“Per essere puri”, “non serve lavarsi più volte le mani, se poi si nutrono dentro il cuore sentimenti malvagi come avidità, invidia o superbia, oppure propositi cattivi come inganni, furti, tradimenti e calunnie”. È il monito del Papa, che durante l’Angelus di ieri ha messo in guardia dalla “doppia vita” e dal “ritualismo”, che “non fa crescere nel bene, anzi, a volte può portare a trascurare, o addirittura a giustificare, in sé e negli altri, scelte e atteggiamenti contrari alla carità, che feriscono l’anima e chiudono il cuore”. “Non si può, ad esempio, uscire dalla santa messa e, già sul sagrato della chiesa, fermarsi a fare pettegolezzi cattivi e privi di misericordia su tutto e tutti”, ha spiegato il Papa a proposito di “quel chiacchiericcio che rovina il cuore, che rovina l’anima. Non si può! Tu vai a messa e poi fai queste cose, è una cosa brutta! Oppure mostrarsi pii nella preghiera, ma poi a casa trattare con freddezza e distacco i propri familiari, o trascurare i genitori anziani, che hanno bisogno di aiuto e compagnia. Questa è una doppia vita e non si può”. O, ancora, “non si può essere apparentemente molto corretti con tutti, magari fare anche un po’ di volontariato e qualche gesto filantropico, ma poi dentro coltivare odio verso gli altri, disprezzare i poveri e gli ultimi o comportarsi in modo disonesto nel proprio lavoro”.