“Come sono nate le stimmate, come sono possibili e che cosa significano per noi oggi?”. Sono le domande alle quali, a 800 anni dall’evento prodigioso che ha riguardato San Francesco, cerca di rispondere Zdzisław Józef Kijas, frate minore conventuale, nel libro “Le stimmate di San Francesco e la rinascita dell’uomo”, fresco di stampa per le Edizioni Messaggero Padova . “Nel rudere di San Damiano, ascoltando la voce del Crocifisso, san Francesco d’Assisi inizia un lungo cammino interiore di conversione”, scrive Papa Francesco nella prefazione: “Due anni prima di morire sosta al monte della Verna dove sperimenta una speciale unione mistica con il Cristo crocifisso. Contemplando Gesù al vertice del dolore, giunto al culmine dell’amore, Francesco povero e umile riceve il dono dei segni della vera gloria: la donazione per amore, come perfetta unione alla volontà di Dio, diviene prospettiva di relazione con gli altri. Non è una gloria mondana quella che raggiunge Francesco ma la vera gloria, senza applausi e senza riconoscimenti, la gloria dell’amore che dona la vita al mondo, rinnova dal di dentro la storia umana segnata da odio, vendetta, egoismi e contrapposizioni. Passo dopo passo, Francesco diventa un uomo dal cuore nuovo, non dal cuore rattoppato”. L’introduzione “spirituale” è di fra Carlos A. Trovarelli, ministro generale dell’Ordine francescano minore conventuale. “Non possiamo meravigliarci – scrive – che san Francesco sia stato incontrato e trafitto dalla serafica figura di Cristo crocifisso alla Verna. Infatti, quasi tutta la sua vita fu un cercare Dio in tanti modi: cercando la sua volontà, le sue parole, i suoi segni, i suoi sentimenti, la sua presenza sacramentale”.