Diocesi: mons. Oliva (Locri-Gerace), “oggi più che mai c’è bisogno di speranza, senza di essa non ci può essere festa”

“La speranza è ciò di cui oggi hanno più bisogno il nostro tempo, le nostre famiglie, le nostre chiese diocesane. Oggi più che mai c’è bisogno di speranza: senza speranza non ci può essere festa. Il popolo di Polsi vive nel segno della speranza”. Lo ha detto questa mattina il vescovo di Locri-Gerace, mons. Francesco Oliva, presiedendo la solenne celebrazione eucaristica nel santuario di Polsi in occasione della festa della Madonna della Montagna. Con lui hanno concelebrato, fra gli altri, mons. Giuseppe Alberti, vescovo di Oppido Mamertina-Palmi, e don Tonino Saraco, rettore del santuario. “Maria in questo particolare momento – ha aggiunto mons. Oliva – ci mostra che anche il nostro santuario ha bisogno di speranza, per continuare ad essere per tutti luogo di riconciliazione, di perdono e di pace. Solo Dio sa quanti in questo luogo hanno incontrato la misericordia di Dio, il perdono e la riconciliazione”. Da qui la domanda: “Cosa sarebbe stato l’Aspromonte senza la Madonna di Polsi?”. Qui la Madonna è “la donna di speranza che invita alla conversione quanti nel corso della loro vita hanno fatto scelte sbagliate o hanno preferito il malaffare alla vita onesta e laboriosa… Questo santuario è stato fonte di speranza per tanti, che hanno scoperto che una vita diversa è possibile, che il male, l’illegalità e il malaffare possono essere sconfitti, che dal tunnel della violenza si può uscire”. Polsi – ha quindi aggiunto –  “appartiene a tutti noi, non lasciamoci rubare la speranza di un santuario cercato ed amato non solo per la sua storia, ma soprattutto per la possibilità che dà a gente semplice e umile, alla gente d’Aspromonte, di liberarsi dalle proprie paure grazie alla fede in Maria e di sentirsi popolo”. Una speranza che “oggi è messa duramente alla prova” a causa delle tante difficoltà che si presentano ai fedeli che vogliono raggiungere questo luogo: “Difficoltà del cammino, dei blocchi stradali, della mancanza di servizi di ristoro essenziali. Chi viene in pellegrinaggio a Polsi sa di dirigersi in un luogo di preghiera accogliente, gradevole e riposante. Non pensa di trovarsi in un deserto”. Da qui anche la richiesta a tutte le istituzioni di aiutare i fedeli a venire in questo santuario: “Offriamo loro le migliori condizioni di accoglienza” e “favoriamo l’accesso ai piccoli, agli anziani ed ai malati”. Il presule della Locride ha anche voluto ringraziare per il loro servizio le forze dell’ordine e quanti sono stati impegnati nel garantire l’accesso al santuario; il rettore del santuario, don Tonino Saraco, per tutto il lavoro fatto affinchè “il santuario possa offrire quanto necessario al bene dei fedeli” e “non può ricadere solo su di lui l’onere e la responsabilità dell’accoglienza dei numerosissimi pellegrini. Né si possono addebitargli la mancanza dei servizi di ristorazione, la chiusura dei servizi commerciali e dell’area mercatale”, ha detto mons. Oliva rispondendo ad alcune critiche arrivate in questi giorni. E poi un ringraziamento al consiglio di amministrazione del santuario e a tutti i volontari, sacerdoti e laici.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Chiesa