Serbia: preghiera per la pace a Srijemski Karlovci. Card. Parolin, “la guerra non è una soluzione, sempre possibile un accordo”

Card. Parolin pianta un ulivo come simbolo della pace (Foto Josip Konjarik)

Ieri sera, a Srijemski Karlovci, alla presenza del Segretario di Stato vaticano cardinale Pietro Parolin in visita in Serbia, si è svolta la seconda celebrazione in occasione del 325° anniversario della pace di Karlowitz, firmata nel 1699 dai rappresentanti della Lega santa (Impero ausburgico, Repubblica di Venezia, Russia) e l’Impero ottomano. Oltre al vescovo cattolico locale di Srijem mons. Fabijan Svalina, hanno partecipato rappresentanti della Chiesa ortodossa serba, della comunità musulmana, della Chiesa evangelica e anche diplomatici dei Paesi firmatari della pace di Karlowitz. Si è tenuta una preghiera interreligiosa per la pace e quindi tutti i partecipanti hanno piantato un albero di ulivo quale simbolo della pace davanti alla cappella della Madonna della pace. Nel suo discorso, il cardinale Parolin ha citato Papa Francesco, sottolineando che “la pace è frutto della vera fraternità mentre l’autentica fratellanza umana trascende tutte le divisioni e i confini della società”. “Le persone di fede – ha detto lui – sono chiamate ad essere operatori di pace, non istigatori”. Ed ha aggiunto che “una religione autentica ispira amore, non odio”. A suo avviso, “la pace è il frutto della preghiera che apre il cuore per un autentico incontro con gli altri e dà la forza di diventare un vero amico della pace”. Il Segretario di Stato vaticano ha auspicato la promozione “del messaggio che risuona da questa cappella della Madonna della pace: la guerra non è una soluzione e non porta mai del bene. La pace, invece, è la strada giusta e unica da seguire. Il porporato ha affermato che con la pace di Karlowitz, “la storia ha dimostrato meravigliosamente che anche nelle situazioni più complesse è possibile trovare una soluzione e raggiungere un accordo”. Alla fine del suo discorso il cardinale Parolin ha incoraggiato gli ospiti a rivolgersi con fede al Padre celeste nella difesa della pace.

 

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