Un pellegrinaggio al Santuario di Vena per il mandato, per i nuovo anno pastorale, per i catechisti della diocesi di Acireale si è svolto ieri. L’appuntamento ha segnato l’inizio ufficiale del nuovo anno pastorale catechistico richiamando numerosi fedeli e operatori pastorali. A presiedere la celebrazione eucaristica il vescovo mons. Antonino Raspanti che ha conferito il mandato agli oltre 500 catechisti presenti. I partecipanti, radunati al vecchio ostello della gioventù, in un clima di raccoglimento hanno atteso che la recita del Santo Rosario li conducesse in preghiera verso il Santuario di Vena. Il cammino – si legge in una nota della diocesi – immerso nella bellezza della natura circostante, ha rappresentato “un momento di riflessione e comunione, in sintonia con lo spirito stesso del pellegrinaggio”. Mons. Raspanti, durante la sua omelia, ha esortato i presenti a vivere la loro missione con rinnovato fervore, sottolineando l’importanza di una catechesi che sappia rispondere ai bisogni profondi delle persone. “Stiamo vivendo – ha detto – un periodo di cambiamento sull’educazione della fede, evidenziato anche durante il Cammino Sinodale. Ci sono sfide nel rapporto intergenerazionale e nella trasmissione della fede, richiedendo nuove modalità nei linguaggi ed un impegno comunitario basato sulla carità e sulla testimonianza di vita. È essenziale passare dalla semplice collaborazione alla corresponsabilità nella Chiesa, cercando nuove strade per seguire Cristo e diffondere il Vangelo con gioia e fedeltà”. “Cari catechisti, ragazzi e comunità, in questa Eucaristia di inizio anno catechistico – ha detto don Carmelo Sciuto, direttore dell’ Ufficio catechistico diocesano e regionale – siamo riuniti per ascoltare la chiamata del Signore e vivere il Vangelo con audacia. Papa Francesco ci ricorda che siamo parte di una grande famiglia, uniti nello Spirito Santo come pietre vive del Corpo di Cristo. Con questa consapevolezza, riprendiamo la catechesi, lasciando che il Signore sciolga le nostre paure e chiusure, per camminare con fede nella speranza e costruire pace e solidarietà”. Ai catechisti è stato anche consegnato il segno di una corda con il nodo perché “la catechesi sia libera da insicurezze e incertezze e possa sciogliere i nodi delle paure e camminare nella speranza”.