E’ nel “rapporto con la Scrittura” che si può cogliere “la forza e la profezia” del monaco Gioacchino da Fiore: “egli ha saputo parlare e leggere l’amorevole presenza Trinitaria nella storia degli uomini a partire proprio dalla Parola di Dio di cui Lui per primo si è fatto contemplativo e quindi esegeta”. Lo ha detto questa mattina l’arcivescovo di Cosenza-Bisignano, mons. Giovanni Checchinato, portando il suo saluto al decimo Congresso internazionale di studi gioachimiti sul tema “Gioacchino da Fiore e la Bibbia” che si apre oggi a San Giovanni in Fiore (Cs) nella chiesa abbaziale florense. Il Congresso di quest’anno – ha detto il presule – risponde “un po’ a quest’appello di approfondire la ricerca ecumenica dell’uomo che ha fatto della parola di Dio il centro della sua vita, cogliendone non solo le Concordanze testuali tra l’Antico e il Nuovo testamento, quanto la forza profetica per leggere gli eventi della storia a lui contemporanea e farsi annunciatore di Speranza grazie a quella capacità di ‘vedere oltre’ che propria degli uomini contemplativi, di quanti si lasciano rapire dallo Spirito”. L’abate florense “illuminato dalla Parola – ha aggiunto – ci ricorda che la speranza è l’annuncio concreto che non al capolinea, che non siamo alla fine della storia; un nuovo tempo dobbiamo attendere, un nuovo mondo possiamo costruire. Siamo chiamati però a fare la nostra parte, siamo chiamati all’azione, perché ciò avvenga”. Questo Congresso “ci aiuterà a cogliere l’abate Gioacchino nella sua dimensione essenziale di esegeta. Non si può conoscere l’abate trascurando il suo forte rapporto con la Parola di Dio; non si può cogliere la forza della sua profezia senza la Scrittura che egli cita in lungo e in largo e alla maniera degli antichi Padri; lo si ridurrebbe ad un predicatore medievale di sventure. Non si può nemmeno cogliere il suo profondo desiderio di riforma ecclesiale e di pacificazione tra i popoli senza quell’anelito dello Spirito Santo che lo scriba, divenuto discepolo, sa trarre fuori dal quel tesoro che è proprio la Parola di Dio”. Per questo mons. Checchinato ringrazia il Centro Studi per questo “ulteriore pellegrinaggio alle fonti” che “sta restituendo, negli anni, non solo agli studiosi e ai teologi ma alla Chiesa e al mondo, la poliedrica e luminosa figura” di Gioacchino. La diocesi cosentina da tempo ha avviato, su impulso di mons. Giuseppe Agostino, le fasi preliminari per l’avvio della causa di beatificazione affidata al postulatore don Enzo Gabrieli. Cinque le sessioni previste per questo congresso in tre giorni. Ad introdurre i lavori Gian Luca Potestà, direttore del Comitato scientifico del Centro Studi Gioachimiti e docente all’Università Cattolica di Milano dopo i saluti del presidente del Centro Studi Gioachimiti, Giuseppe Riccardo Succurro. I relatori previsti – tra loro Andrea Scalia, Cédric Giraud, Julie Barrau, Emmanuel Bain, Lorenzo Cozzi, Ayelet Even-Ezra e Montse Leyra Curiá – sono illustri docenti provenienti da diverse università del mondo.