“Innanzitutto vi raccomando di approfittare saggiamente dell’opportunità di studiare negli anni della crescita e della formazione. Vi sono molti vostri coetanei, in diverse zone del pianeta, e talvolta d’Italia, i quali sono esclusi dalla possibilità di studiare”. A scrivere queste parole è monsignor Francesco Neri, arcivescovo di Otranto, in una lettera indirizzata agli studenti in occasione dell’inizio dell’anno scolastico. “A causa della povertà delle loro famiglie sono costretti a contribuire col proprio lavoro al bilancio domestico – prosegue l’arcivescovo -. Oppure il loro Paese è in guerra, e dunque non c’è possibilità di organizzare l’istruzione, se non in modo precario. Oppure ancora, lì dove prevalgono i fondamentalismi religiosi, le bambine e le ragazze semplicemente perché femmine sono precluse dalla frequenza alla scuola. Sappiate dunque approfittare della possibilità di studiare, che il nostro Paese continua ad offrire alle sue figlie e ai suoi figli”. Monsignor Neri invita i ragazzi a “coltivare tra voi relazioni sane e mature”: “È molto bello quando tra compagni e compagne di scuola si allacciano amicizie, che poi rimangono negli anni, e tra le vicende della vita rappresentano punti di riferimenti sicuri fino alla maturità. È poi specialmente importante, con comportamenti virtuosi, sradicare fin dal tempo della scuola gli atteggiamenti come il bullismo, che possono in seguito sfociare in violenza contro i deboli o contro le donne. Sappiate essere amici rispettosi gli uni degli altri e uniti tra voi, soprattutto a protezione dei fragili e di quanti hanno in famiglia situazioni di sofferenza”. Infine il incoraggia ad avere fiducia nel futuro. “Come dice spesso Papa Francesco, non lasciatevi rubare la speranza. Per quante ombre possano addensarsi sul futuro, non dobbiamo farci paralizzare dalla paura, ma procedere con coraggio, sostenuti dalla speranza. Costruiamo insieme il nostro futuro, credendo che – con l’aiuto di Dio e l’impegno dell’uomo – il mondo possa essere la casa della fraternità, della pace e della gioia”, conclude.