“Vorrei essere un buon collaboratore del vescovo Joseph Werth nel suo lavoro di unire, fortificare la piccola comunità cattolica di quel vastissimo territorio”: questo ha detto padre Stephan Lipke, il gesuita che il 12 settembre scorso è stato nominato da Papa Francesco vescovo ausiliare della diocesi della Trasfigurazione a Novosibirsk. Raggiunto dal Sir, ha condiviso alcuni pensieri all’indomani della sua nomina. La diocesi in cui andrà a lavorare “è una terra dove tanti sono andati verso la salvezza, anche tramite le sofferenze e la pazienza”. Classe 1975, Lipke è nato a Essen (Germania) ed è stato ordinato nel 2002. Ha emesso i voti solenni nella Compagnia di Gesù nel 2019. Nel 2011 si è traferito in Russia, dove la sua attività pastorale è cominciata proprio da Novosibirsk, poi è stato a Tomsk e quindi a Mosca dove, dal 2018, dirige l’Istituto San Tommaso. Dal 2020 è segretario della Conferenza dei vescovi cattolici della Federazione Russa (che ora è quindi composta da 6 vescovi). La notizia della nomina è stata data mentre padre Stephan si trovava proprio a Novosibirsk, nel corso di una messa presieduta dal vescovo Werth che, dopo la lettura della comunicazione da parte del Nunzio ha ringraziato Dio “per questa nomina. Grazie anche a te, mio caro compagno nel Signore! Ora io – nella tua persona – avrò un aiuto”. E ai fedeli ha detto: “Questo è ciò per cui ho pregato ultimamente”. Un desiderio del futuro vescovo è lavorare affinché “questa comunità non sia isolata”.
Sempre al Sir spiega: “Già fa tantissime cose per e con i poveri, spero che possa anche sentire di più la sua unità con i cattolici e anche con gli altri cristiani in quel territorio e nel mondo. Per fare questo, io per primo dovrò imparare, fare tante conoscenze, il che vuol dire viaggiare tantissimo, essere pellegrino”. Sul sito della diocesi si dice che sulla sua superficie, di circa 2 milioni di km quadrati, vivono circa 25 milioni di persone, di cui il 2% cattolici o con radici cattoliche. Ci sono 35 parrocchie suddivise in sei decanati.