Papa Francesco: messaggio Gmg, “pressioni sociali producono tristezza e vuoto attivismo”, “non rimanere nella propria comfort zone”

“Guardare la vita dal balcone a voi giovani non può bastare”. A ribadirlo è il Papa, che nel messaggio per la prossima Gmg, che i celebra il 24 novembre a livello diocesano, si sofferma sulla vita come pellegrinaggio “verso Dio, nostra salvezza e pienezza di ogni bene”. “I traguardi, le conquiste e i successi lungo il percorso, se rimangono solo materiali, dopo un primo momento di soddisfazione ci lasciano ancora affamati, desiderosi di un senso più profondo”, il monito di Francesco, che definisce “normale” avvertire la stanchezza, dopo l’entusiasmo iniziale, e spiega come “in alcuni casi, a provocare ansia e fatica interiore sono le pressioni sociali, che spingono a raggiungere certi standard di successo negli studi, nel lavoro, nella vita personale”. “Questo produce tristezza, mentre viviamo nell’affanno di un vuoto attivismo che ci porta a riempire le giornate di mille cose e, nonostante ciò, ad avere l’impressione di non riuscire a fare mai abbastanza e di non essere mai all’altezza”, l’analisi del Papa, secondo il quale “a questa stanchezza si unisce spesso la noia. Si tratta di quello stato di apatia e di insoddisfazione di chi non si mette in cammino, non si decide, non sceglie, non rischia mai, e preferisce rimanere nella propria comfort zone, chiuso in sé stesso, vedendo e giudicando il mondo da dietro uno schermo, senza mai sporcarsi le mani con i problemi, con gli altri, con la vita”. “Questo tipo di stanchezza è come un cemento nel quale sono immersi i nostri piedi, che alla fine si indurisce, si appesantisce, ci paralizza e ci impedisce di andare avanti”, il grido d’allarme di Francesco: “Preferisco la stanchezza di chi è in cammino che la noia di chi rimane fermo e senza voglia di camminare!”.

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