Sono otto i vaccini autorizzati dall’Aifa e dall’Agenzia europea per i medicinali (Ema) per l’immunizzazione contro l’influenza stagionale. Come ogni anno, i ceppi virali sono stati aggiornati secondo le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), basate sulle caratteristiche antigeniche dei ceppi virali circolanti nell’ultima stagione. I vaccini autorizzati da Aifa con procedure di mutuo riconoscimento e decentrata (Determina Aifa n° 710/2024, pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 13 settembre 2024) sono cinque. Di questi, uno particolarmente indicato per l’immunizzazione attiva degli adulti di età pari o superiore a 60 anni; gli altri per adulti e bambini a partire dai 6 mesi di età. Di questi ultimi, uno raccomandato alle donne in gravidanza che estende la protezione ai lattanti a partire dalla nascita e fino ai 6 mesi di età (protezione passiva).
I vaccini autorizzati con procedura centralizzata (coordinata dall’Ema) sono tre: uno per l’immunizzazione attiva degli adulti (di età pari o superiore a 50 anni); uno per l’immunizzazione attiva degli adulti e dei bambini da 24 mesi di età; infine uno spray nasale: indicato per l’immunizzazione attiva in bambini e adolescenti di età compresa tra 24 mesi e 18 anni. Non tutti sono necessariamente disponibili sul mercato. Le Regioni infatti decidono annualmente, tramite gare per la fornitura di vaccini, tra i prodotti disponibili in commercio, quelli che verranno utilizzati durante le campagne vaccinali. Il ministero della Salute ha raccomandato di condurre le campagne di vaccinazione antinfluenzale regionali a partire dall’inizio di ottobre.
Aifa ricorda che la vaccinazione è raccomandata e offerta attivamente e gratuitamente, tra gli altri, a tutti coloro che hanno compiuto 60 anni, alle donne in gravidanza e nel post-partum, ai bambini tra i 6 mesi e i 6 anni, a chi è affetto da malattie croniche che espongono a un maggior rischio di complicanze in caso di influenza, alle persone ricoverate presso strutture di lungodegenza, ai familiari di soggetti ad alto rischio di complicanze, agli addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo, come medici e personale sanitario e socio-assistenziale, forze di polizia e vigili del fuoco.