I corsi contro gli abusi sull’infanzia “Facing Abuse 3.0” realizzati – con il patrocinio della Società italiana di pediatria (Sip) e grazie al contributo non condizionante di Menarini – in sessioni giornaliere sviluppate attraverso lezioni frontali, video-simulazioni ed esercitazioni, hanno fornito dal 2016 ai professionisti sanitari gli strumenti operativi per riconoscere i segnali di disagio così da rendere più tempestivi e incisivi gli interventi a protezione delle vittime. “Grazie al progetto, sono nati o sono stati implementati percorsi e protocolli standard di Pronto Soccorso per riconoscere le violenze sessuali e fisiche”, spiega Pietro Ferrara, coordinatore nazionale dei corsi, referente nazionale della Società italiana di pediatria (Sip) per abusi e maltrattamenti e professore ordinario di Pediatria presso l’Università Campus Biomedico di Roma. “Stando a un’indagine condotta lo scorso anno in 148 ospedali di 29 Paesi, Italia compresa – prosegue -, nella metà delle strutture gli operatori sanitari non hanno strumenti conoscitivi adeguati per identificare i minori vittime di abusi, negligenze e maltrattamenti. Una lacuna che i corsi formativi stanno contribuendo a colmare, portando a protocolli di Pronto Soccorso dedicati già presenti, per esempio, all’ospedale Sant’Eugenio di Roma e in altri ospedali romani, che hanno attivato da tempo percorsi di riferimento per tutto il territorio laziale, ma anche in strutture ospedaliere a Napoli, Palermo, Pisa e Perugia”. In queste stesse città, conclude, “sono stati avviati cicli di formazione con lezioni dedicate nei corsi di laurea in Medicina e specializzazione in Pediatria, rivolti ai futuri medici e specializzandi: il pediatra deve infatti possedere una formazione specifica per affrontare questo delicato aspetto della salute dei giovanissimi”.