Congresso eucaristico internazionale: card. Gambetti, verso una Chiesa “Sinodale-eucaristica”. Mons. Biord (Caracas): “Sinodalità primavera dello Spirito Santo”

(Foto Congresso eucaristico)

Il quarto giorno di riflessioni del 53° Congresso Eucaristico Internazionale (8-15 settembre) è iniziato ieri a Quito (Ecuador) con una conferenza del card. Mauro Gambetti, Vicario generale di Sua Santità per la Città del Vaticano. Nel suo intervento  sul tema “Per una Chiesa sinodale-eucaristica” il cardinale ha affermato che se da un lato si può dire che la “piena fraternità” è il frutto maturo dell’Eucaristia, dall’altro è necessario riconoscere che una “Chiesa autenticamente sinodale” è la giusta configurazione dell’assemblea che “fa l’Eucaristia”. Ha espresso la necessità di rigenerare i metodi e le pratiche sinodali che devono essere adottate affinché la Chiesa possa essere una memoria vivente della fonte della prassi dell’amore. Se ciò non si realizzasse, l’umanità sarebbe privata di questa forza per il suo cammino verso la riconciliazione nell’amore, ha detto. Il porporato ha concluso la sua presentazione sottolineando la sfida della Chiesa sinodale: celebrare l’Eucaristia avendo come altare il mondo, dove le persone vivono e aspettano, soffrono e sono sole. In un precedente intervento, il card. Gambetti aveva, invece, riflettuto su “La sfida della fraternità nel mondo di oggi alla luce della Fratelli tutti”. “Il principio di fraternità ha una dimensione sociale, restituisce umanità e dignità ai cittadini, pone un argine alla ragione di Stato che, per difendere l’ideologia, a volte sacrifica le persone ed esalta gli interessi delle nazioni” ha affermato aggiungendo poi, che il populismo “nega la cultura della fraternità quando si negano il pluralismo e le minoranze interne, si venerano i leader, si negano i dati scientifici, si esalta il nazionalismo, si ignorano coloro che rappresentano gli altri come associazioni, sindacati, ecc. La fraternità viene mortificata anche quando i segni cristiani vengono utilizzati nella costruzione politica di un’identità religiosa etno-nazionale, basata sulla contrapposizione tra un ‘noi’ ideale e un ‘loro’ da respingere. Spesso il linguaggio religioso di molti politici esclude i più deboli e ammanta il potere di sacralità”. Durante la giornata di ieri è intervenuto anche mons. Raúl Biord Castillo, arcivescovo metropolita di Caracas, il quale ha sottolineato che la sinodalità è “una primavera dello Spirito Santo nella Chiesa”.

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