Diocesi: Prato: mons. Nerbini in pellegrinaggio a piedi per pregare per la città, la diocesi e i suoi abitanti

A piedi, da Prato al santuario di Boccadirio sull’Appennino bolognese, per affidare Prato e i pratesi alla Madonna. È la scelta scelta fatta dal vescovo di Prato, mons. Giovanni Nerbini, a conclusione dei festeggiamenti dell’8 settembre, Natività di Maria, la festa per eccellenza della città di Prato. Mons. Nerbini – riferisce oggi la diocesi – è partito di buon ora, zaino in spalla, dalla cattedrale di Santo Stefano e dopo una sosta intermedia a Montecuccoli ha raggiunto Boccadirio percorrendo in due giorni quaranta chilometri lungo i sentieri di montagna. Il vescovo ha dato notizia di questa iniziativa personale attraverso un videomessaggio pubblicato sul sito web della diocesi all’indirizzo diocesiprato.it. “Ho portato davanti alla Madonna, così come ho fatto la settimana scorsa davanti alla cappella del Sacro Cingolo – ha detto – la nostra Chiesa diocesana, la nostra città di Prato e tutta la provincia. Ho pregato per quelli che sono nella sofferenza, i malati, i carcerati, per quanti si affacciano alla vita con tanti sogni speranze, ma anche con tanti problemi, i nostri sacerdoti, le nostre famiglie e quanti cercano lavoro. Per tutti ho chiesto la stessa fede granitica di Maria, la stessa speranza incrollabile che ha avuto lei, lo stesso amore di Maria per Dio e per tutti i fratelli. Tutti voi, tutti insieme e singolarmente, vi ricordo e vi presento alla Madre celeste e vi saluto e vi benedico con grande affetto”. Anche nel 2020, in piena pandemia, mons. Nerbini decise di compiere un pellegrinaggio a piedi fino a Boccadirio per chiedere l’intercessione di Maria per la città e la diocesi in un momento così difficile e di grande sofferenza per tutti. Quello fino al santuario bolognese della Beata Vergine delle Grazie è un cammino conosciuto e amato dai pratesi che da secoli lo percorrono per la speciale devozione che li lega a quel luogo, dove il 16 luglio 1460 la Madonna apparve a due piccoli pastori, Donato Nutini e Cornelia Vangelisti. La bambina poi divenne monaca col nome di suor Brigida e visse nel monastero di Santa Caterina a Prato.

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