“Samuele, ràdicati nell’ascolto della Parola: saprai voler bene alle persone che ti saranno affidate. Dispensa loro con generosità il vino buono del Vangelo. Diffondine la gioia, specie in quanti più ne sono rimasti privi. Sii consapevole che ogni gesto di dedizione, di gratuità, di amore vissuto riempie la vita, la profuma, la fa buona. Ci rende credibili”. È l’invito rivolto dall’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, mons. Ivan Maffeis, al giovane seminarista Samuele Betti che ha ordinato diacono nel corso della celebrazione eucaristica che ha presieduto nel pomeriggio in cattedrale nella festa della Madonna delle Grazie.
Nell’omelia, il presule ha commentato la pagina evangelica delle nozze di Cana: “Ci sono vicende personali e familiari, che a volte turbano la gioia, come ci sono ferite interiori che sanguinano a lungo”, ha osservato. “Manca il vino della gioia in una società attraversata dall’inquietudine e dall’affanno, da tante e troppe tensioni, dalla violenza che la cronaca ci versa in casa e che diffonde un senso di sconcerto, di sfiducia e di paura. Si cerca rifugio nel piccolo di sicurezze materiali, che in realtà finiscono per assomigliare alle giare di pietra di cui parlava questa pagina evangelica; giare nelle quali paradossalmente manca non solo il vino, ma perfino l’acqua: quindi, giare vuote, ingombranti e inutili, simbolo forse anche di una religiosità formale, impietrita, grigia, inconcludente”. Poi, richiamando l’intervento di Maria, mons. Maffeis ha sottolineato come la madre di Gesù, nonostante il primo rifiuto del figlio, “persevera senza esitazioni, intercede per la gioia di sposi e invitati, convinta che le cose possono cambiare, se ci si fida del Signore”. “Questa fiducia nel Signore – ha spiegato – diventa disponibilità e forza di rinnovamento. Chi, finalmente, trova la perla preziosa, non esita a vendere tutto per averla: non perché disprezzi le altre cose, ma perché – alla luce del vero tesoro – sa ricondurle al loro giusto valore. Allora, ci si ritrova liberi di impegnare la vita nel servire alla gioia degli altri”. “Anche questa è storia – ha rilevato l’arcivescovo – dei nostri giorni, è vino buono a cui ho cercato di dare un nome nella lettera pastorale che consegno questa sera alla vostra riflessione, attendendo il riscontro e l’impegno delle nostre comunità”. “Così – ha evidenziato – vino buono è il bilancio sociale della nostra Caritas, presentato questa mattina alla città: sono pagine che fanno onore a tante persone e a tante Istituzioni solidali. Vino buono sono uomini e donne che nei diversi ambiti lavorano con dedizione e responsabilità, contribuendo a una città che sia casa per tutti. Vino buono sono mamme e papà, che vivono per la riuscita della vita dei figli. Vino buono sei tu, Samuele: con il tuo ‘sì’ ti fai servo e abbracci per la vita le parole di Maria: ‘Qualsiasi cosa vi dica, fatela’. Ti diciamo grazie per questa disponibilità piena, come diciamo grazie in primis ai tuoi genitori, ai familiari, alla comunità del Rinnovamento nello Spirito e alla parrocchia di Prepo”.
Nel corso della celebrazione si sono anche ricordati i due anni di ordinazione episcopale di mons. Maffeis; il vicario generale, don Simone Sorbaioli, a nome della comunità diocesana ha affermato: “Eccellenza, La ringraziamo per questi due anni che abbiamo vissuto come un tempo di reciproca conoscenza e stima, di rinnovato entusiasmo pastorale, di sfide e difficoltà condivise ed affrontate in spirito di comunione”.