“Solo quando rovesciamo il nostro modo di pensare la pastorale, in genere l’evangelizzazione, potremo conquistare il mondo intero a Dio. È un fatto innanzitutto spirituale come quello che rende il pane corpo di Cristo sull’altare, sull’altare della Croce”. La pastorale “non è un insieme di cose o di attività da fare ma prima di tutto è la consegna di sé”. “La consegna di sé – ha sottolineato –, è il punto che può rovesciare anche la prospettiva della evangelizzazione”. Lo ha detto ieri nell’omelia durante la messa al Congresso eucaristico internazionale di Quito, in Ecuador, il card. Mauro Gambetti, vicario generale di Sua Santità per la Città del Vaticano. Il porporato ha commentato il brano della moltiplicazione dei pani e dei pesci nel Vangelo di Luca. “Mi piace leggere questa lettura, questa parola che abbiamo ascoltato, sotto questa angolazione della tenerezza di Gesù – ha affermato –. C’è entusiasmo, c’è anche fatica, ci sono le preoccupazioni per possibili persecuzioni da parte dei discepoli e Gesù rivolge un’attenzione particolare. Possiamo identificarci anche noi qui riuniti nei discepoli, riuniti in gran numero come d’altronde poi anche intorno a Gesù e ai discepoli si riunisce una grande folla. Possiamo chiederci che riposo ci è riservato ma al contempo anche che servizio ci è chiesto. Sembrano inconciliabili tra loro riposo e servizio perché come abbiamo ascoltato poi Gesù, ancora mosso a compassione, si mette a servizio”. Il cardinale ha sottolineato tre passaggi del Vangelo: “I discepoli fanno una osservazione logica ma difficile da attuare perché la folla se viene congedata per cercare alloggio e cibo nei dintorni di un luogo deserto non riuscirà a trovarne. È anche la nostra tentazione quando non abbiamo forze sufficienti o risorse oppure parole o gesti in grado di sfamare, educare alla fede tanta gente: potremmo voler congedare tanta gente. Gesù ragiona a rovescio e dice: voi stessi date loro da mangiare. I discepoli allora presentano cinque pani e due pesci, un dollaro eucaristico. Anche fossero stati 100 o 1000 questi pani o questi dollari eucaristici non sarebbero stati sufficienti. Il punto decisivo è mettere a disposizione e deporre tutto, non il risultato della nostra azione”.