Card. Zuppi: “detrazioni fiscali per le famiglie con figli a carico è misura che va nella direzione che auspichiamo”

(Foto Università Cattolica)

“Credo sia giusta, una misura che incoraggia a non aver paura di avere a casa tanti figli. Se c’è un’attenzione al riguardo questa va nella direzione che auspichiamo”. Lo ha detto oggi il presidente della Cei, il card. Matteo Zuppi, parlando, a margine di del seminario “Generatori di speranza. In cammino con i giovani nella luce del Giubileo” che si è svolto oggi a Roma per iniziativa dello stesso ateneo, e rivolto ai docenti di teologia e agli assistenti pastorali dell’università. Il cardinale ha dialogato con Elena Beccalli, rettrice dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, moderati da Alessandro Zaccuri, direttore della Comunicazione dell’Ateneo. Commentando la proposta del ministro dell’economia, Giancarlo Giorgetti, di inserire nella legge di bilancio per il 2025 una serie di detrazioni fiscali per le famiglie con figli a carico, il cardinale ha affermato: “Se il ministro Giorgetti va avanti” con queste misure “benissimo, è una sicurezza in più” per le famiglie e per combattere la denatalità. Un concetto che il presidente della Cei aveva ribadito poco prima, parlando di speranza: “Qualche volta si pensa che essere generatori di speranza significhi dare sicurezze, misure contro la precarietà, misura per contrastare la natalità. Queste sicurezze vanno bene, ma – ha sottolineato – si deve sognare, si deve sperare. Si deve trasmettere la passione”. Dal cardinale sono arrivate anche parole di saluto e di esortazione rivolte ai tanti ragazzi che sono tornati in classe per il nuovo anno scolastico: “L’auspicio è che tutti i ragazzi che sono nelle nostre scuole, molti sono arrivati da tanti Paesi, trovino sicurezza, per mostrare le loro capacità, e stimoli. Non parlo solo di sicurezza lavorativa e di vita ma anche di stimoli intellettuali, professionali, del gusto di costruire qualcosa di bello e di nuovo. A volte di stimoli ce ne sono pochi, c’è poca stabilità, vediamo un impietoso dislivello di retribuzioni tra l’estero e noi. Lavoriamo perché questi giovani trovino tanti stimoli, per i quali non sono valga la pena di restare ma anche di essere contenti di restare per costruire con creatività qualcosa che ancora non c’è”.

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