“Non abbiamo paura di farci piccoli davanti a Dio, e gli uni di fronte agli altri, di perdere la nostra vita, di donare il nostro tempo, di rivedere i nostri programmi”. Lo ha chiesto il Papa ai fedeli di Timor Est, il paese più cattolico dell’Asia, radunato oggi nella spianata di Taci Tolu per la messa presieduta dal Papa nella sua seconda giornata di permanenza nel paese. “Non abbiamo paura di ridimensionare quando necessario anche i nostri progetti, non per sminuirli, ma per renderli ancora più belli attraverso il dono di noi stessi e l’accoglienza degli altri”, l’invito di Francesco. Poi il riferimento a “due bellissimi monili tradizionali di questa terra: il Kaibauk e il Belak”, tutti e due di metallo prezioso, simbolo rispettivamente della “forza e tenerezza di Pare e di Madre”. “Così il Signore manifesta la sua regalità, fatta di carità e di misericordia”, ha commentato il Papa: “E allora chiediamo insieme, in questa Eucaristia, ciascuno di noi, come uomini e donne, come Chiesa e come società, di saper riflettere nel mondo la luce forte e tenera del Dio dell’amore”.