Si apre oggi a New York la 79esima sessione dell’Assemblea generale della Nazioni Unite. Alle 15, ora locale, le 21 in Italia, Philemon Yang, ex primo ministro del Camerun, eletto presidente della 79esima sessione dell’Assemblea, darà il via ai lavori. L’inaugurazione è stata preceduta lunedì sera dalla preghiera di apertura, organizzata dalla Missione della Santa Sede presso l’Onu.
Il segretario generale Antonio Guterres, intervenendo in apertura, ha ribadito l’importanza e il valore della fede, nonostante le crisi, le guerre, le diseguaglianze, perché insegna ad avere fede nei valori e fede gli uni verso gli altri. Il segretario generale ha espresso la sua gratitudine per la vicinanza spirituale e per “le preghiere per tutti i leader di governo” e ha sottolineato l’urgenza “dell’unità oltre le divisioni, della fiducia sulla paura, della tolleranza sul disprezzo, della pace”: tutti elementi che fanno credere che “un mondo migliore esiste” ed esiste anche “un mondo più giusto, più in pace, più sostenibile” per tutti.
L’omelia del vescovo David J. Malloy, presidente del Comitato per la giustizia e la pace internazionale della Conferenza episcopale americana, ha sottolineato a più riprese che il riconoscimento e la difesa della dignità umana sono a fondamento della Carta delle Nazioni Unite e la loro perenne missione. “Il lavoro delle Nazioni Unite, gli sforzi in corso per i quali chiediamo la benedizione di Dio questa sera, devono essere dedicati al rafforzamento e all’edificazione della dignità della natura umana che proviene dal nostro Creatore”, ha sottolineato mons. Malloy, ricordando quanto Papa Francesco aveva detto durante la sua visita all’Onu nel 2015, quando aveva raccomandato che le Nazioni Unite in quanto “casa comune di tutti gli uomini e le donne” deve avere a suo fondamento “una giusta comprensione della fraternità universale e del rispetto della sacralità di ogni vita umana di ogni uomo e di ogni donna, dei poveri, degli anziani, degli infermi, dei nascituri, dei disoccupati, degli abbandonati, di coloro che sono considerati sacrificabili perché considerati solo parte di una statistica”. Il vescovo ha anche ricordato la celebrazione del 60° anniversario della presenza della Santa Sede all’Onu come stato osservatore e del suo impegno nel difendere la dignità della persona in tutte le sedi internazionali. Infine, ha sottolineato le priorità di Papa Francesco nello scenario internazionale: la pace in Medio Oriente, nonostante le parti siano “incapaci di trovare una via comune per la negoziazione”; la “pace giusta in Ucraina, la fine delle sofferenze nei paesi dell’Africa subsahariana”; la fine della “discriminazione e dell’oppressione della religione”; la minaccia “delle armi nucleari, il degrado dell’ambiente e la tragedia delle migrazioni forzate”. Tutti temi che sono agenda comune sia per Francesco che per le Nazioni Unite. Alla celebrazione hanno partecipato sia Dennis Francis, presidente uscente della 78esima sessione dell’Assemblea Generale, che il nuovo presidente, Philemon Yang.