Un invito a “visitare i nostri fratelli e sorelle in Terra Santa”, rispettando, ovviamente, le prudenti indicazioni del Ministero francese dell’Europa e degli Affari Esteri, è stato lanciato da mons. Laurent Ulrich, arcivescovo di Parigi, che dal 30 agosto al 5 settembre, accompagnato dai membri del Consiglio episcopale e rispondendo all’invito del Patriarca latino di Gerusalemme, cardinale Pierbattista Pizzaballa, ha visitato diverse parrocchie, scuole e comunità religiose francofone. “Oggi – scrive l’arcivescovo – è possibile andare in Terra Santa. Volevamo farlo e lo abbiamo fatto: ci siamo sentiti attesi e accolti con gratitudine. Coloro che vivono su questa terra possono essere tentati di lasciarla perché la vita quotidiana è dolorosa e angosciante. Ma molti dicono di voler restare perché questa è la loro vita, da quando sono nati”. “Le visite li confortano nella loro intenzione di restare”. “Abbiamo visto persone luminose, determinate e felici di quello che fanno, impegnate nel servizio agli altri: servizio educativo, ospedaliero, di accoglienza dei bambini che senza di loro non avrebbero futuro, servizio di preghiera incessante e di intercessione”. “Abbiamo visto monaci semplicemente felici, anche in questi tempi difficili, della loro vocazione ad essere testimoni di Cristo in un ambiente ebraico e vivendo in un villaggio a maggioranza musulmana. Abbiamo visto una Chiesa che vive pienamente la sua cattolicità: al suo interno ci sono famiglie arabe che da sempre vivono in questo Paese, migranti e professionisti venuti per lunghi soggiorni da tanti Paesi del mondo, fedeli dal mondo ebraico e che formano una comunità. Lì, come altrove nel mondo, la Chiesa è un insieme di origini diverse per etnia, storia e opinioni: è Cristo che le riunisce e costruisce una comunione, a volte o spesso instabile, ma infinitamente preziosa”.