L’Istituto di bioetica viennese Imabe ha messo in guardia dall’indebolimento delle norme esistenti sull’assistenza al suicidio. La Corte costituzionale, che si occuperà della questione la prossima settimana, dovrebbe tenere presente chiaramente nelle sue deliberazioni che il numero dei suicidi aumenterà se l’accesso ai mezzi di suicidio sarà facilitato, ha spiegato il direttore dell’istituzione ecclesiastica, Susanne Kummer, in un comunicato stampa per la “Giornata mondiale per la prevenzione del suicidio” che si celebra oggi. Ulteriori allentamenti “non potrebbero in nessun caso essere nell’interesse delle persone colpite né della società”. La Corte costituzionale discuterà in seduta pubblica il 19 settembre alcune mozioni volte ad abrogare il divieto di porre fine alla vita su richiesta, a dichiarare l’incostituzionalità della nuova disposizione sulla partecipazione al suicidio e ad abrogare alcune disposizioni del “Decreto morte”. I ricorrenti chiedono la legalizzazione dell'”eutanasia attiva” in Austria e l’abolizione della obiezione di coscienza dei medici. La legalizzazione e la facilitazione del suicidio “minano di fatto la prevenzione del suicidio e stanno gradualmente cambiando la società”, ha avvertito Kummer. Imabe ha fornito dati attuali sul suicidio in Austria: nel 2023 ci son stati 1.212 suicidi, tre volte le vittime della strada, e la media di 14 su 100mila abitanti è superiore alla media europea. Il suicidio risulta la seconda causa di morte tra adolescenti e giovani adulti, dopo gli incidenti in strada.