“La repressione dello Stato contro la società e le sue organizzazioni aumenta di giorno in giorno. Stanno riuscendo a smobilitare la protesta attraverso il terrore. So che ci sono dei negoziati, ma ho la sensazione che stiamo andando in Nicaragua. La coalizione dominante non si preoccupa più di nulla, molti minori sono stati perseguiti”. È il quadro fosco, certamente non ottimistico, che giunge dal Venezuela, attraverso un’autorevole fonte ecclesiale, che preferisce restare anonima. Prosegue, dunque, la repressione del Governo, a quasi due settimane di distanza dalle contestate elezioni presidenziali. “Molte persone – prosegue la fonte – hanno dovuto trasferirsi in altri luoghi per rifugiarsi. Sono i re della notte, bussano alle porte della nostra gente quando il sole tramonta. Rubano. Portano via le persone, hanno i loro informatori, la chiamano ‘intelligenza sociale’. La nostra gente la chiama ‘Sapeo’. Il grande crimine di cui accusano il popolo è il ‘terrorismo’ e in realtà quello che non sopportano è che il popolo si sia espresso chiedendo un cambiamento. C’è molta indignazione e impotenza accumulata e loro, i potenti, cercheranno ogni modo per rimanere al potere”. Situazione, in qualche modo, confermata dall’ong Foro Penal, che ha verificato e identificato 1.152 arresti per motivi politici (sui 2.200 ipotizzati), sottolineando che in 101 casi sono coinvolti dei minori e in 5 casi degli indigeni.
Ciò nonostante, proseguono sia gli sforzi diplomatici (con l’ipotesi di un salvacondotto per il presidente Nicolas Maduro, nel caso lasci il potere e si vada verso una transizione), sia le prese di posizione a favore delle manifestazioni e di uno scrutinio attendibile delle elezioni. A pronunciarsi, in una nota, sono ben 320 tra ong, associazioni e fondazioni di difesa dei diritti umani di tutto il mondo, e soprattutto dell’America Latina: “I frettolosi annunci di vittoria del candidato governativo sono resi poco plausibili non solo dall’assenza di prove fondamentali di un processo elettorale trasparente, ma anche dal contrasto con i verbali in possesso degli stessi cittadini che hanno partecipato ai seggi, e che sono risultati coerenti con quelli mostrati dalla Piattaforma unitaria, per il semplice motivo che sono stati forniti dai testimoni dei seggi, nel loro legittimo diritto”, si legge tra l’altro nella nota.
La Confederazione latinoamericana dei religiosi e religiose (Clar) ha espresso in un comunicato, intitolato “Insieme per il Venezuela”, la sua solidarietà e vicinanza al popolo venezuelano, esprimendo preoccupazione “per le situazioni di violenza, repressione e sofferenza che colpiscono tante persone innocenti, in solidarietà con le famiglie che hanno perso i loro cari”.