Con l’arrivo delle forti piogge stagionali in tutto il Sudan, i rifugiati e gli sfollati interni continuano a sopportare il peso di una situazione umanitaria incredibilmente disastrosa, che dopo oltre un anno di guerra devastante ha ora portato anche una tragica carestia, il tutto aggravato dal crescente impatto dei cambiamenti climatici. A lanciare l’allarme è l’Unhcr, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati. Le forti piogge e le inondazioni hanno già colpito decine di migliaia di persone in tutto il Sudan, causando ulteriori esodi, feriti e morti. Oltre undicimila persone, tra cui i rifugiati ospitati nel Paese e le comunità locali dello Stato orientale di Kassala, sono state colpite da questi eventi climatici estremi nelle ultime due settimane. Nel campo rifugiati di Shagarab più di 400 rifugi sono stati danneggiati lasciando nell’indigenza persone già vulnerabili. L’Unhcr e i partner sono sul posto per assistere i più vulnerabili. In collaborazione con le autorità statali, è stato individuato un nuovo terreno dove si stanno montando le tende per ospitare le famiglie colpite. Si prevede che il nuovo sito ospiterà circa 800 famiglie sfollate a causa delle inondazioni. L’Unhcr ha già iniziato a costruire rifugi di emergenza, con circa 400 tende installate finora. Inoltre, l’Agenzia Onu sta pianificando la distribuzione di teli di plastica ai rifugiati per riparare i tetti danneggiati dalle tempeste. Si prevedono ulteriori precipitazioni nelle zone orientali e occidentali del Paese. Per mitigare simili impatti in altri Stati, tra cui Gedaref, Nilo Bianco e Nilo Blu, l’Unhcr sta pre-posizionando beni di prima necessità e kit di accoglienza, pulendo i canali di scolo e costruendo dighe per puntellare le strade interne, al fine di proteggere i campi e i siti che ospitano gli sfollati. Le inondazioni nella regione del Darfur stanno rendendo ulteriormente complicato, per le agenzie umanitarie, raggiungere le persone bisognose nelle aree in cui è possibile accedere. “I bisogni umanitari – scrive Unhcr – stanno raggiungendo proporzioni epiche nella regione, poiché centinaia di migliaia di civili sono ancora in pericolo e la carestia è stata recentemente confermata in uno dei luoghi di raccolta di persone in fuga”.