A volte bisogna “aspettare e sopportare” anche “con dolore” come quando si trovano resistenze “contro la Chiesa, come sta accadendo in questo momento” da parte di “piccoli gruppi”. “I momenti di difficoltà o di desolazione si risolvono sempre con la consolazione” del Signore. Lo dice Papa Francesco nell’intervista rilasciata a padre Pedro Chia, direttore dell’ufficio stampa della Provincia cinese della Compagnia di Gesù, nella Biblioteca del Palazzo apostolico.
Nel corso dell’intervista, il Papa si sofferma anche sul suo pontificato, condotto – spiega – con la collaborazione, l’ascolto e la consultazione dei capi dei Dicasteri e di tutti. “Le critiche aiutano sempre, anche se non sono costruttive”, precisa, perché “sono sempre utili, fanno riflettere sul modo di agire”. E “dietro una resistenza può esserci una buona critica”. Quanto alle tante “sfide” vissute finora sul soglio di Pietro, il Papa ricorda in particolare “la sfida enorme” della pandemia, così come “la sfida attuale” della guerra, soprattutto in Ucraina, Myanmar e Medio Oriente. “Cerco sempre di risolvere con il dialogo – spiega -. E quando non funziona, con la pazienza e anche con il senso dell’umorismo”, secondo gli insegnamenti di san Tommaso Moro. Guardando, poi, al futuro della Chiesa, il Papa ricorda che, secondo alcuni, essa sarà “sempre più piccola” e dovrà “stare attenta a non cadere nella piaga del clericalismo e della mondanità spirituale” la quale rappresenta, nelle parole del card. de Lubac citato dal Pontefice, “il male peggiore che possa colpire la Chiesa, peggiore persino del tempo dei papi concubinari”. Infine, a colui che sarà il suo successore sul soglio di Pietro Francesco ricorda l’importanza di pregare, perché “il Signore parla nella preghiera”.