Fine vita: Romano (bioeticista), “legge sarà punto di mediazione ma non potrà discostarsi molto da criteri indicati da Corte costituzionale”

“È evidente che qualsiasi legge non potrà mai corrispondere perfettamente al sentire morale di una componente o dell’altra a livello generale. La dimensione della legge è sicuramente un punto di mediazione”. Lo dice in un’intervista al Sir il bioeticista Lucio Romano, docente presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia meridionale, Sezione San Tommaso d’Aquino, e coordinatore dell’Osservatorio di bioetica della diocesi di Napoli, facendo chiarezza sulla posizione della Chiesa in materia di fine vita, dopo le illazioni uscite ieri su alcuni media. Oggi in Parlamento ci sono cinque proposte di legge sul fine vita. Nel “Piccolo Lessico del fine vita” consegnato ieri da mons. Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, a Papa Francesco, si parla di “mediazioni sul piano legislativo”. “Ritengo tuttavia – conclude Romano – che, dopo le ripetute sentenze della Corte costituzionale, il Parlamento, per quanto abbia un’autonomia riconosciuta in quelle che sono le prerogative del Legislatore, non potrà discostarsi di molto dai criteri indicati dalla Corte, sia con la sentenza n. 242/2019 sul caso dj Fabo, sia con la recente pronuncia n. 135/2024 di pochi giorni or sono”.

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