“Ieri nell’aula della Camera dei deputati abbiamo assistito ad un dibattito sul tema delle madri detenute con i bambini in carcere. Il Parlamento non è riuscito ad esprimere una posizione comune a favore dei diritti di bambine e bambini vittime innocenti”. Lo dichiara il portavoce dell’Unicef Italia, Andrea Iacomini.
Con l’approvazione del disegno di legge “sicurezza”, ricorda Iacomini, “la maggioranza ha modificato le norme del codice penale che prevedevano l’obbligo di rinvio della pena per le donne in gravidanza o con figli di età inferiore ad 1 anno, rendendo facoltativa la tutela finora vigente, che ora viene affidata alla discrezionalità del giudice”.
Nei giorni scorsi, aggiunge il portavoce, “l’Unicef Italia aveva sottolineato la necessità di trovare un accordo bipartisan per individuare una soluzione adeguata a rendere concreta la Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia, senza alcuna discriminazione di sorta, sostenendo la necessità di finanziare le case famiglia protette ed evitare che i bambini siano costretti a vivere in carcere con le madri. Ma il nostro appello è rimasto inascoltato”.
Iacomini conclude: “Il diritto vivente dovrebbe essere capace di cogliere e accogliere le istanze della cultura giuridica e i diritti umani fondamentali. I diritti dei bambini e delle bambine dovrebbero essere al di sopra di ogni generalizzazione o strumentalizzazione e ognuno dovrebbe riconoscerne e sostenerne l’inviolabilità”.