Il Consiglio nazionale dei giovani (Cng) ha diffuso oggi i risultati di una nuova indagine sulla salute mentale dei giovani italiani, realizzata con il supporto tecnico di Eures Ricerche economiche e sociali, rivelando dati allarmanti sulla necessità di supporto psicologico e sulle risposte ricevute.
Secondo l’indagine, che ha coinvolto 1.100 giovani tra i 15 e i 35 anni, “il 75% degli intervistati ha sentito il bisogno di un supporto psicologico negli ultimi cinque anni, ma solo il 27,9% ha ricevuto l’aiuto necessario”.
Dati che evidenziano una significativa lacuna nella risposta al supporto psicologico dei giovani, con gravi ripercussioni sul loro benessere complessivo.
“Il nostro studio mette in luce la necessità urgente di azioni concrete per affrontare una vera emergenza. Abbiamo rilevato che 3 giovani su 4 avvertono l’esigenza di un supporto e che il disagio psicologico è più accentuato tra le giovani donne: ben l’87,3% dichiara di aver avvertito la necessità di supporto psicologico, rispetto al 61,8% dei coetanei uomini. Questo dato sottolinea l’importanza di interventi mirati che tengano conto delle specificità di genere”, afferma Maria Cristina Pisani, presidente del Consiglio nazionale dei giovani.
“Negli ultimi anni, il Consiglio nazionale dei giovani – prosegue Pisani – ha lavorato intensamente per sensibilizzare e supportare le istituzioni nell’implementazione di politiche efficaci. L’impegno di tutti deve concentrarsi su politiche che garantiscano accessibilità, tempestività e continuità delle cure, personalizzando gli interventi in base alle esigenze individuali. È cruciale che le istituzioni e le famiglie prestino maggiore attenzione a questo tema, specialmente in un periodo storico come quello attuale”.
Secondo la presidente del Cng, “è necessario un piano nazionale organico e permanente che permetta di rafforzare e aumentare i servizi di sostegno alla salute mentale. Servono sportelli di ascolto psicologico nelle scuole superiori e nelle università, accessibili gratuitamente a tutti gli studenti”.
Appare, a suo avviso, “essenziale introdurre la figura dello psicologo di base nel sistema sanitario nazionale, come già sperimentato con successo in alcuni distretti sanitari territoriali, iniziativa che dovrebbe andare di pari passo con una campagna di sensibilizzazione per superare lo stigma associato alla ricerca di aiuto psicologico e promuovere una maggiore consapevolezza dell’importanza della salute mentale tra le giovani generazioni, considerato che soltanto il 27,9% delle ragazze e dei ragazzi si è rivolto ad un professionista ricevendo l’aiuto richiesto. Va scongiurata la solitudine e l’abbandono che troppe ragazze e ragazzi sperimentano. Bisogna fare in modo che l’accesso alle cure non sia un privilegio riservato a pochi”.