“Permane ancora viva in me, nel mio cuore, la grande emozione per l’ineffabile gioia spirituale vissuta il giorno 16 luglio scorso, giorno dedicato alla memoria della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo, quando sotto il cielo di Santa Domenica, in questa misera e impervia Valle, risuonò la bella notizia del riconoscimento ufficiale della Chiesa, emesso dal Dicastero Vaticano per la dottrina della fede, con l’approvazione del Santo Padre”. Sono le parole toccanti e pieni di commozione che ieri sera, durante la messa di ringraziamento, fratel Cosimo ha rivolto al vescovo di Locri-Gerace, mons. Francesco Oliva, e a tutti i fedeli: “Per tutto quanto è avvenuto, permettetemi nella mia miseria e povertà, di ringraziare infinitamente il Signore e la Santa Vergine, per avermi dato l’opportunità di essere ancora in vita insieme a voi e poter essere presente a questo evento storico di grazia”. Dopo oltre mezzo secolo, a partire dall’11 maggio 1968, oggi, “in questo giorno di gaudio e di letizia, permettetemi – ha aggiunto fratel Cosimo – di condividere con voi tutti per la gloria di Dio, e se può servire anche per l’edificazione della nostra fede, la mia umile esperienza spirituale scaturita da quell’incontro con la Madre del Signore”. Quel giorno – racconta – “giunto in prossimità dello Scoglio, improvvisamente mi vidi abbagliato da una grande luce. Non sapendo cosa fosse successo cercavo di guardarmi intorno e mentre lo facevo contemporaneamente ho avvertito come un impulso interiore di voltarmi verso lo Scoglio e vidi, proprio sulla sommità di esso, una giovane ragazza di una rara bellezza, in atteggiamento di preghiera. Ho avuto tanta paura e stavo per scappare perché mi venne in mente quello che mi raccontava mia nonna: mi diceva che nel mondo ci sono degli spiriti maligni che vanno in giro e bisognava portare addosso qualcosa di benedetto per essere protetti. In quell’istante la giovane ragazza si mosse e mi fece segno con la mano di non scappare dicendomi: ‘Non avere paura, vengo dal paradiso, io sono la Vergine Immacolata, la Madre del Figlio di Dio; sono venuta a chiederti di costruire qui una cappella in mio onore. Io ho scelto questo luogo, qui voglio stabilire la mia dimora e desidero che da ogni paese si venga qui a pregare’”. A partire da quel momento “mi sono sentito come improvvisamente trasformato, la mia vita è cambiata in un istante, come se avessi ricevuto un cuore nuovo, una mente nuova e una visione nuova. Una nuova vita che non potevo nemmeno immaginare”. Dal 1968 ad oggi, ha aggiunto, “penso di aver incontrato solo a colloquio privato milioni di persone e ascoltato storie tragiche di ogni genere, oltre che a malattie, dolori e sofferenze fisiche, spirituali e morali. Questo servizio nonostante sia abbastanza pesante l’ho sempre fatto e continuo a farlo tutt’ora con tanto amore e dedizione, fin quando Dio vorrà. Nel praticare il servizio di carità cristiana attraverso l’ascolto intuisco sempre di più che le persone di ogni categoria, gente comune, professionisti, persone di scienza, sentono un immenso bisogno di essere ascoltate, di confidarsi manifestandomi le loro pene, le loro ansie e i loro affanni, e il peso dei loro fardelli”. Fratel Cosimo ha voluto ringraziare il Signore “per aver trasformato la mia vita, attraverso l’intervento della Santa Vergine, da un rozzo contadino quale ero, in un operaio della sua vigna”.