Questa mattina a Bressanone, in occasione della festa del Foedus sacerdotale Bauzanense-Brixinense, di cui fanno parte 76 sacerdoti della diocesi di Bolzano-Bressanone e 36 della diocesi di Innsbruck, al termine della messa celebrata in duomo dal vescovo di Bolzano-Bressanone, mons. Ivo Muser, è stata ricordata la figura di padre Franz Reinisch (1903-1942). Religioso pallottino austriaco giustiziato durante il Terzo Reich. Richiamato alle armi ma da subito apertamente critico con l’ideologia disumana nazista, anche nelle sue prediche, Reinisch si rifiutò di giurare fedeltà a Hitler, fu incarcerato, condannato a morte e decapitato il 21 agosto 1942. Padre Reinisch, che a Bressanone visse tre anni in seminario e nel 1928 fu ordinato diacono, sta per essere proclamato beato.
“La personalità di padre Reinisch esprime una grande vicinanza spirituale a Josef Mayr-Nusser. Ha pagato con la vita per aver obbedito alla propria coscienza e ci richiama a questo imperativo: non tacere davanti alle ingiustizie, ma far sentire la propria voce e difendere con decisione le proprie convinzioni. Padre Reinisch ci ammonisce a difendere sempre la verità, anche se è difficile e porta con sé conseguenze negative”. Queste le parole del decano di Hall in Tirolo, Jakob Patsch, che ha presieduto la conferenza pubblica nel Seminario maggiore di Bessanone. La festa del clero altoatesino e tirolese quest’anno è coincisa con i 60 anni dall’istituzione della diocesi di Bolzano-Bressanone e, per l’occasione, è stata presentata l’opera dell’artista della val Badia Lois Anvidalfarei: una scultura in bronzo raffigurante una testa sovradimensionata a memoria di tutte le vittime del nazismo. L’opera d’arte fa tappa per alcune settimane in vari luoghi in cui visse padre Reinisch: attualmente si trova nel duomo di Bressanone, in concomitanza con la festa del Foedus, e vi resta fino a metà settembre. La scultura sarà definitivamente collocata sulla piazza di Hall intitolata a padre Reinisch nel 2023.