“Con la conferma di Roberta Metsola alla presidenza del Parlamento europeo, l’elezione di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione e di Antonio Costa alla presidenza del Consiglio europeo e con la designazione di Kaja Kallas per l’incarico di Alto rappresentante per la politica estera, si è completata la prima fase di avvio delle nuove istituzioni dell’Ue”. Lo scrive Ferdinando Nelli Feroci in un articolo pubblicato sul sito dell’Istituto Affari internazionali. “Entro la fine di agosto i governi designeranno i membri della Commissione, cui la presidente affiderà un portafoglio e una indicazione delle loro competenze”, cui seguiranno le audizioni al Parlamento europeo e il voto di fiducia al collegio..
A fronte di questi passaggi istituzionali, la nuova legislatura – osserva Nelli Feroci – si apre per l’Ue in un contesto internazionale complicato, tra guerra in Ucraina, crisi in Medio Oriente, competizione strategica e globale fra Usa-Cina, conflitti locali o regionali, incognite collegate al voto negli Usa. Si aggiunge “una situazione di crescita economica debole”. “Secondo quanto anticipato da Von der Leyen nel suo intervento al Parlamento europeo, nella prossima legislatura l’Ue dovrà definire e attuare una strategia di rilancio della competitività”, che “dovrebbe prevedere un ambizioso programma di completamento del mercato interno, da integrare con una serie di misure mirate al rafforzamento della competitività dell’industria e dei servizi dell’economia europea, anche sulla base dei rapporti di Enrico Letta e Mario Draghi”.
Altre priorità vengono elencate: decarbonizzazione e transizione energetica, il tema della difesa europea, mentre “l’Ue dovrà poi contribuire a gestire il fenomeno ormai strutturale dei flussi migratori”. Sullo sfondo anche la “nuova fase del processo di allargamento”.
“In sintesi, una serie di sfide di straordinario rilievo che richiederebbero condivisione delle strade da perseguire in sede europea e determinazione ad agire con unità di intenti. A questo proposito è inevitabile osservare che invece sui primi passaggi relativi alle nomine dei vertici delle istituzioni dell’Ue, la presidente del Consiglio” italiano “ha scelto di collocarsi ai margini, astenendosi in Consiglio europeo sulla designazione di Von der Leyen e votando contro Costa e Kallas e contro al Parlamento europeo sull’elezione della presidente della Commissione (insieme ad altre formazioni della destra)”. “Sono state decisioni clamorose, senza precedenti nella storia della partecipazione italiana all’Ue, che hanno comportato una sorta di auto-esclusione dell’Italia dai primi passaggi che hanno segnato l’apertura della legislatura”. “Nulla di irrimediabile, ma occorrerà ora correggere rapidamente il tiro se il governo vorrà ottenere un portafoglio importante per il commissario italiano, evitare difficoltà di interlocuzione con la nuova Commissione sui tanti dossier di interesse per l’Italia e, in prospettiva, prevenire il rischio di una marginalizzazione dell’Italia nell’Ue”. Qui per leggere l’articolo.