“Siamo sempre più schiavi del peccato, dell’apparire, delle cose effimere. Dobbiamo mettere al primo posto le cose essenziali, le cose vere della vita”. Lo ha detto ieri sera l’arcivescovo di Benevento, mons. Felice Accrocca, nella celebrazione che ha concluso, a Pietrelcina, l’anno giubilare mariano. Un anno aperto e chiuso durante la festa della patrona del piccolo centro del Sannio, la Madonna della Libera che San Pio chiamava affettuosamente “a Madunnella nostra”. Per il presule occorre “giudicare i beni della terra con sapienza mettendo le cose al posto giusto”. Mons. Accrocca ha raccontato l’esperienza che ha vissuto, con un gruppo di giovani della diocesi, in questi giorni in Albania (è tornato proprio ieri sera poche ore prima della celebrazione, ndr) con ragazzi con particolari difficoltà fisiche e non solo. “Una esperienza significativa con ragazzi che sorridevano mentre noi oggi facciamo fatica a sorridere perché cerchiamo sempre di avere di più, non ci accontentiamo, nonostante nelle nostre case non manca nulla”. La celebrazione si è poi conclusa con l’atto di affidamento della città a Maria Santissima della Libera alla quale è stato “consegnato” anche un “cuore d’oro” realizzato con l’oro donato dai fedeli in questo anno giubilare. Salutando mons. Accrocca il parroco di Pietrelcina, fra Daniele Moffa, oltre a ringraziarlo per la “vicinanza sempre costante” alla comunità pietrelcinese, ha evidenziato che questa festa riunisce concretamente sia la parrocchia che la comunità civile: “Un bel segnale che aiuta a rendere migliore questo paese, il paese di padre Pio”.