Minori ucraini: Unhcr, “preoccupazione per la decisione di rimpatriare 63 bambini accolti in Italia”

L’Unhcr, Agenzia Onu per i rifugiati, prende atto della decisione del Tribunale per i minorenni di Brescia di autorizzare il rimpatrio degli oltre 60 minori ucraini ospitati a Rota d’Imagna, Bedulita e Pontida da oltre due anni. Tuttavia, esprime “preoccupazione per i possibili bisogni e rischi di protezione internazionale del gruppo che verrà rimandato in un Paese invaso e in guerra”.
Nel luglio del 2023 l’Unhcr ha diffuso una posizione sul rimpatrio volontario in Ucraina di bambine e bambini rifugiati privi di cure genitoriali, compresi i minori non accompagnati e i minori evacuati da istituti di assistenza in Ucraina. Il documento, condiviso con tutti i tribunali per i minorenni italiani, fornisce le garanzie di protezione che dovrebbero essere messe in atto in qualsiasi processo di ritorno volontario in Ucraina, e sottolinea la necessità di garantire “che i bambini siano pienamente informati e che le decisioni siano sempre prese dopo aver consultato i bambini interessati, nel pieno rispetto delle convenzioni internazionali e in base alla determinazione del loro superiore interesse”.
Tutto questo è in linea con la posizione generale dell’Unhcr sui rimpatri volontari in Ucraina, pubblicata nel giugno 2023. “Molti dei bambini di questo gruppo, inoltre, hanno esigenze specifiche e ricevono attualmente cure e servizi specializzati in Italia. È importante quindi considerare attentamente la disponibilità di queste attenzioni al momento del rientro in Ucraina per garantire la continuità dell’assistenza”, si legge in una nota dell’Unhcr. “A causa dell’invasione russa, l’Ucraina è tuttora un paese in guerra, dove il pericolo di attacchi militari è costante e continuo, anche nei confronti della popolazione civile, le fonti energetiche sono razionate o assenti, le infrastrutture danneggiate, il sistema sanitario in ginocchio”.
L’Unhcr riconosce infine positivamente “il livello di integrazione sul territorio raggiunto in due anni dai bambini – attorno ai quali si è formata una rete di sostegno da parte della comunità locale e della società civile, grazie alla quale i minori hanno intrapreso un percorso scolastico ed extra-scolastico, di cura e di relazioni sociali. L’impegno della comunità e della società civile è stato fondamentale per fornire un ambiente di sostegno che favorisse il benessere e lo sviluppo dei bambini fino al loro rientro in sicurezza in Ucraina”.

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