L’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, è salito oggi in Val Biandino (Lecco) per la processione e la messa in occasione dell’annuale festa della Madonna della Neve. “Circondato da una cresta ininterrotta di monti – tra i quali spicca per imponenza il Pizzo dei Tre Signori, con Trona e il Varrone ferroso –, ogni 5 agosto il seicentesco santuario mariano è meta di una devota quanto partecipata processione che in quasi 190 anni di storia non ha mai perso lo smalto originario”, si legge nel sito della diocesi. “Nel 1836, quando ci fu un’epidemia di colera che infuriò un po’ ovunque, mietendo vittime in tutta la Valsassina, la Madonna di Biandino stese il suo velo sul paese di Introbio preservandolo dal mortifero morbo. Da allora gli introbiesi, in segno di ringraziamento, fecero voto di recarsi ogni anno in pellegrinaggio al santuario e incominciarono a invocare la Madonna della Neve con il titolo di Madonna di Biandino, un titolo che nessun calendario riporta, ma che è stampato da generazioni nel cuore dei valsassinesi”.
La processione del 5 agosto, originariamente patrimonio della sola gente di Introbio, è ora una delle tradizioni più consolidate di tutto il territorio lecchese e vede la partecipazione, anche in condizioni metereologiche sfavorevoli, di centinaia di fedeli, molti dei quali salgono anche da Lecco e dalla vicina Brianza.
“Alla sera della vigilia viene acceso un gran falò sopra il paese parato a festa per l’occasione. L’appuntamento è poi alle 5.30 del mattino del 5 agosto: ci si ritrova tutti nella chiesa parrocchiale di Sant’Antonio abate per cantare le lodi a Maria. Dopodiché si forma una processione aperta dai confratelli del Ss. Sacramento con l’abito bianco e la mantellina rossa che portano a turno la croce. Inizia così un cammino orante di una decina di chilometri e della durata di non meno di quattro ore”. Alle 11 viene celebrata la messa all’aperto, poi il pranzo. La giornata si conclude con il Te Deum.