Accogliendo l’invito di molte diocesi, Conferenze episcopali e dello stesso Consiglio episcopale latinoamericano (Celam), in tutta l’America Latina si è pregato ieri per il Venezuela, spesso alla presenza dei tanti migranti venezuelani che vivono nei Paesi del Continente. Una preghiera che ha voluto esprimere vicinanza alle aspirazioni di libertà, verità e giustizia del popolo, in seguito al contestato risultato delle elezioni presidenziali e alla repressione delle pacifiche manifestazioni di protesta.
“Siamo commossi dall’angoscia e dall’ansia di tante nostre sorelle e fratelli che desiderano un futuro migliore per loro stessi, le loro famiglie e le loro comunità – scrive la presidenza del Celam -. Accompagniamo queste espressioni di fraternità con il popolo venezuelano e lo incoraggiamo a continuare a chiedere a Dio, il Signore della storia, di illuminare il cammino del Venezuela verso la pace, la giustizia e il bene comune”. Prosegue la nota: “Ci uniamo ai vescovi venezuelani che come pastori hanno espresso: ‘È Cristo stesso che sostiene il nostro Paese’”. Accanto al Celam, si sono espresse con note ufficiali di vicinanza al popolo venezuelano le Conferenze episcopali di Argentina, Colombia, Cile, Perù, Messico, Repubblica Dominicana.
Ieri, dunque, numerose le messe in cui si è pregato per il Venezuela. A Lima, capitale del Perù, dove vivono oggi centinaia di migliaia di venezuelani, ai piedi della Vergine di Coromoto e in compagnia di centinaia di fratelli e sorelle migranti, l’arcivescovo Carlos Castillo ha presieduto una messa per la pace, la giustizia e la democrazia. Il primate del Perù ha invitato a cercare soluzioni pacifiche con immaginazione e intuizione, sempre sotto l’ispirazione del Signore. “La pace è quella che si costruisce con intelligenza, non con la violenza”, ha detto, aggiungendo: “In questa preghiera comunitaria, il Signore conceda a tutti i nostri fratelli e sorelle venezuelani l’immaginazione, l’intuizione e la saggezza necessarie per trovare soluzioni giuste”.
“Il popolo venezuelano non è solo”, ha affermato a Panama (Paese, oggi, di transito per numerosi venezuelani) l’arcivescovo, José Domingo Ulloa Mendieta, che ha aggiunto durante la messa domenicale: “Preghiamo affinché la verità e la trasparenza prevalgano in questi tempi di oscurità e incertezza”. Secondo l’arcivescovo, la Giornata di preghiera è “un segno di solidarietà con la Chiesa e il popolo venezuelano, perché siamo sicuri che è un’arma potente che può trasformare la realtà, per quanto complicata possa essere”.