“C’è qualche progetto di liquidificarla con altre università, e questo non va!”. Lo ha detto, a braccio, il Papa, riferendosi al futuro della Pontificia Università Urbaniana. “Non viviamo in una società cristiana, ma siamo chiamati a vivere da cristiani nell’odierna società plurale. Da cristiani e aperti”, ha raccomandato Francesco durante l’udienza ai partecipanti all’Assemblea Plenaria Straordinaria del Dicastero per l’Evangelizzazione, Sezione per la prima evangelizzazione e le nuove Chiese particolari, guidati dal card. Louis Antonio Tagle, ed esortando i presenti a far convergere l’esigenza di “elevare la qualità dell’offerta formativa e della ricerca, e la necessaria razionalizzazione delle risorse umane ed economiche”. “Per questo – la tesi del Papa – è necessaria una visione capace di guardare oltre l’oggi, che sappia considerare la situazione ecclesiale e sociale, la vitalità delle strutture ecclesiastiche e la loro sostenibilità, le esigenze delle Chiese locali, le vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata, gli indici demografici delle diverse regioni”. “Ci vuole sana creatività per trovare i percorsi adeguati”, la ricetta di Francesco, che a braccio ha chiesto di “non avere paura della creatività”. “Far buon uso delle risorse significa unificare percorsi uguali, condividere i docenti delle sei Istituzioni, eliminare gli sprechi, programmare in modo oculato le attività, abbandonare prassi e progetti ormai superati”, ha spiegato il Papa: “Quanto abbiamo bisogno di pastori, quanto abbiamo bisogno di consacrati e di laici che sappiano incarnare uno slancio missionario per evangelizzare le culture e così inculturare il Vangelo!”, ha esclamato: “Queste due cose vanno sempre insieme: evangelizzazione della cultura e inculturazione del Vangelo”.