“Abbiamo dei colpi di calore e i bambini svengono. Uno dei miei amici, Yasir, è collassato. Gli è venuta una febbre improvvisa e ha iniziato a vomitare. Poi è stato portato subito in ospedale. I bambini hanno attacchi di vomito, febbre e vertigini per caldo intenso, anche a me è capitato più volte di avere le vertigini mentre ero seduto alla mio banco”. Lo ha detto a Save the Children, che ha realizzato un’indagine, Sameer, 13 anni, della provincia pakistana di Sindh, che nel maggio del 2024 ha registrato una temperatura di 52°C – sfiorando il record di 54°C -, spiegando che il caldo soffocante ha provocato malesseri a lui e ai suoi compagni di classe.
“La portata di questa crisi è sconcertante – ha dichiarato Shruti Agarwal, Senior Advisor per i cambiamenti climatici e le economie sostenibili -. Quando quasi un terzo dei bambini del mondo è esposto alle ondate di calore, non si tratta solo di un record, ma di una catastrofe. Non si tratta più di un disagio, ma di una minaccia alla loro sopravvivenza, alla loro istruzione e al loro futuro. Stiamo assistendo a una tendenza allarmante: le ondate di calore stanno diventando più frequenti, più gravi e più durature, colpendo più duramente i bambini già minacciati da disuguaglianze e discriminazioni. Non si tratta oramai solo un fenomeno meteorologico: sono un indicatore negativo della salute del nostro pianeta e rappresentano un rischio grave e sproporzionato per la salute e il benessere dei minori e delle generazioni future”.
“La crisi climatica non è più una minaccia remota. Per i bambini significa crescere in un pianeta sempre più inabitabile. Loro non sono responsabili della situazione in cui ci troviamo, eppure sono quelli che hanno più da perdere. I bambini e i giovani stanno discutendo del tema da anni ormai, ed è giunto il momento che i leader mondiali dimostrino di ascoltarli adottando azioni coraggiose per salvare le loro vite e il loro futuro”, ha aggiunto Agarwal.
Save the Children chiede ai governi nazionali di eliminare rapidamente l’utilizzo e i sussidi ai combustibili fossili e di garantire una transizione giusta ed equa per limitare il riscaldamento delle temperature a 1,5 gradi C sopra i livelli preindustriali. I bambini devono essere riconosciuti agenti chiave del cambiamento nella crisi climatica e vanno loro garantite piattaforme per esprimersi. I leader devono anche includere e mettere al centro queste voci – e i bisogni e i diritti dei bambini, in particolare di quelli colpiti da disuguaglianze e discriminazioni – nella risposta globale al cambiamento climatico, compresi i finanziamenti per il clima dai Paesi a più alto reddito ai Paesi a basso reddito. Concretamente, ciò significa garantire che edifici come le scuole siano meno colpite dall’aumento delle temperature, in modo che i bambini possano imparare in sicurezza.