Dall’ottobre 2023, i bambini della Striscia di Gaza sono in “pericolo” e la loro vita è in “costante subbuglio”. Almeno 19.000 bambini sono stati “costretti a cavarsela da soli in condizioni orribili dopo essere stati separati dai loro genitori o dalle persone che se ne prendono cura”. Lo denuncia oggi l’Unicef spiegando che con il 90% dei 2,3 milioni di palestinesi di Gaza sfollati in un territorio danneggiato e quasi “irriconoscibile”, le famiglie vivono in un territorio estraneo. “I lavori quotidiani di raccolta dell’acqua e del cibo da luoghi talvolta distanti sono divisi tra i membri della famiglia, compresi i bambini. E in qualsiasi momento, i bombardamenti o gli ordini di evacuazione possono improvvisamente separare le famiglie”. Ecco perché l’Unicef – si legge in una nota diffusa oggi – sta collaborando con il governo giapponese per distribuire 450.000 braccialetti di identificazione ai bambini in diverse aree della Striscia di Gaza. Le famiglie scrivono sul braccialetto il nome del bambino, la sua data di nascita e il numero di telefono di un familiare per aiutarli a riunirsi in caso di separazione. I braccialetti sono destinati principalmente ai bambini di età inferiore ai sei anni, che potrebbero avere difficoltà a dire o ricordare un nome o un numero, ma i genitori possono usarli per i bambini più grandi, se necessario. Le persone che si prendono cura dei bambini sono incoraggiate ad aiutare quelli più grandi a memorizzare le informazioni necessarie, spiega l’organizzazione umanitaria: “Poiché questi bambini ne hanno già passate tante e quasi tutti – si stima un milione – hanno bisogno di servizi per la salute mentale e psicosociali che li aiutino a superare il trauma, il personale dell’Unicef e dei partner si preoccupa di non suscitare in queste famiglie la paura della separazione durante la distribuzione dei braccialetti. Al contrario, ai bambini viene insegnato che si tratta di un mezzo di protezione e di autonomia”. I bambini “non accompagnati e separati hanno maggiori probabilità di essere vittime di sfruttamento e abusi”. Inoltre si sottolinea che cibo e acqua potabile scarseggiano nella maggior parte della Striscia di Gaza e un bambino separato dalle persone che si prendono cura di lui è a maggiore rischio di fame e malnutrizione. A giugno 2024, a più di 9.500 bambini è stata diagnosticata una malnutrizione acuta e gli operatori umanitari hanno avvertito che la carestia si sta diffondendo nella Striscia di Gaza. Per aiutare i bambini a far fronte a questa situazione di pericolo di vita, è necessario che “rimangano con le loro famiglie, che sono in grado di offrire loro conforto e sostegno”. Da qui la sensibilizzazione alle madri e alle persone che si prendono cura dei bambini su come aiutarli a “superare il trauma attraverso il gioco e altre attività di supporto”. L’Unicef con il sostegno del governo giapponese, continua a fornire ai bambini e alle loro famiglie nella Striscia di Gaza assistenza psicosociale e per la salute mentale, programmi di rafforzamento familiare e interventi di prevenzione della violenza, oltre a servizi per l’igiene e per l’acqua e per la nutrizione.