“Le rotte migratorie di oggi sono spesso segnate da attraversamenti di mari e deserti, che per molte, troppe persone – troppe risultano mortali. Per questo oggi voglio soffermarmi su questo dramma, questo dolore”. A denunciarlo è stato il Papa, che ha rimandato la consueta catechesi per “pensare alle persone che – anche in questo momento – stanno attraversando mari e deserti per raggiungere una terra dove vivere in pace e sicurezza”. Due le parole al centro dell’appuntamento del mercoledì in piazza San Pietro: mare e deserto, due parole che “ritornano in tante testimonianze che ricevo, sia da parte di migranti, sia da persone che si impegnano per soccorrerli”, ha rivelato Francesco. “Quando dico mare, nel contesto delle migrazioni – ha precisato – intendo anche oceano, lago, fiume, tutte le masse d’acqua insidiose che tanti fratelli e sorelle in ogni parte del mondo sono costretti ad attraversare per raggiungere la loro meta. Il deserto non è solo quello di sabbia e dune, o quello roccioso, ma sono pure tutti quei territori impervi, pericolosi, come le foreste, le giungle, le steppe dove i migranti camminano da soli, abbandonati a sé stessi. Alcune di queste rotte le conosciamo meglio, perché stanno spesso sotto i riflettori; altre, la maggior parte, sono poco note, ma non per questo meno battute”.