“Il Signore oggi è con i nostri migranti nel Mare nostrum. Il Signore è con loro, non con quelli che li respingono”. Lo ha detto, a braccio, il Papa, che ancora a braccio, nella catechesi dell’udienza pronunciata in piazza San Pietro, ha affermato che nascondere i migranti è “una crudeltà della nostra civiltà”. “Alcuni deserti, purtroppo, diventano cimiteri di migranti”, ha denunciato: “E spesso non si tratta di morti naturali. No. A volte nel deserto ce li hanno portati e abbandonati”. “Nell’epoca dei satelliti e dei droni, ci sono uomini, donne e bambini migranti che nessuno deve vedere”, il monito di Francesco: “Li nascondono. Solo Dio li vede e ascolta il loro grido. E questa è una crudeltà della nostra civiltà”. “Il mare e il deserto sono anche luoghi biblici carichi di valore simbolico”, ha osservato il Papa: “Sono scenari molto importanti nella storia dell’esodo, la grande migrazione del popolo guidato da Dio mediante Mosè dall’Egitto alla Terra promessa. Questi luoghi assistono al dramma della fuga del popolo, che scappa dall’oppressione e dalla schiavitù. Sono luoghi di sofferenza, di paura, di disperazione, ma nello stesso tempo sono luoghi di passaggio per la liberazione – e quanta gente passa per i mari e i deserti per liberarsi oggi – per il riscatto, per raggiungere la libertà e il compimento delle promesse di Dio”. Le “parole sante” dei Salmi, ha ricordato Francesco, “ci dicono che, per accompagnare il popolo nel cammino della libertà, Dio stesso attraversa il mare e il deserto; non rimane a distanza, no, condivide il dramma dei migranti. Dio è con loro, con i migranti, è lì con loro, soffre con loro, piange e spera con loro”.