“Negli ultimi decenni, molto si è camminato. La Costituzione Sacrosanctum Concilium del Concilio Vaticano II rappresenta lo snodo di questo lungo tragitto. Essa ribadisce in maniera completa e organica l’importanza della divina liturgia per la vita dei cristiani, i quali trovano in essa quella mediazione oggettiva richiesta dal fatto che Gesù Cristo non è un’idea o un sentimento, ma una Persona vivente, e il suo Mistero un evento storico”. Lo ha detto, ieri sera, mons. Claudio Maniago, arcivescovo di Catanzaro-Squillace e presidente del Centro azione liturgica (Cal), nella messa che ha aperto, stasera a Modena, la 74ª Settimana liturgica nazionale. “La preghiera dei cristiani passa attraverso mediazioni concrete – ha sottolineato il presule -: la Sacra Scrittura, i Sacramenti, i riti liturgici, la comunità. Nella vita cristiana non si prescinde dalla sfera corporea e materiale, perché in Gesù Cristo essa è diventata via di salvezza. Potremmo dire che dobbiamo pregare anche con il corpo: il corpo entra nella preghiera”. Dunque, “non esiste spiritualità cristiana che non sia radicata nella celebrazione dei santi misteri, nella preghiera liturgica”. Il Catechismo scrive: “La missione di Cristo e dello Spirito Santo che, nella Liturgia sacramentale della Chiesa, annunzia, attualizza e comunica il Mistero della salvezza, prosegue nel cuore che prega”» (n. 2655). E ancora, ha ricordato mons. Maniago, Papa Francesco ribadisce: “La liturgia, in sé stessa, non è solo preghiera spontanea, ma qualcosa di più e di più originario: è atto che fonda l’esperienza cristiana tutta intera e, perciò, anche la preghiera è evento, è accadimento, è presenza, è incontro. È un incontro con Cristo. Cristo si rende presente nello Spirito Santo attraverso i segni sacramentali: da qui deriva per noi cristiani la necessità di partecipare ai divini misteri”.
Nella 74ª Settimana liturgica, ha assicurato il presidente del Cal, “cercheremo di approfondire e di renderci maggiormente consapevoli che proprio attraverso la liturgia la Chiesa vive la dimensione più vera dell’esperienza della preghiera e quindi proprio nell’azione liturgica la Chiesa resta saldamente unita a Cristo e alimenta la propria fraternità, alimentata dalla sua Parola, dall’Eucaristia e dal pregare insieme. È il modo di unirci, noi, a Cristo. La predicazione e la catechesi testimoniano le parole e i gesti del Maestro; la ricerca costante della comunione fraterna preserva da egoismi e particolarismi; la frazione del pane realizza il sacramento della presenza di Gesù in mezzo a noi: Lui non sarà mai assente, nell’Eucaristia è proprio Lui. Lui vive e cammina con noi”. Questa, ha concluso mons. Maniago, è “la Speranza che sostiene il cammino della Chiesa nel tempo. Preghiamo lo Spirito Santo perché faccia delle nostre comunità luoghi in cui accogliere e praticare la vita nuova, le opere di solidarietà e di comunione, luoghi in cui la liturgia siano un concreto incontro con il Signore e con i fratelli e le sorelle, luoghi dove si manifesta il Regno di Dio”.