“Abbiamo bisogno di autentici testimoni anche nella vita politica e sociale. Amministratori locali che, nelle piccole cose, possano coltivare l’amore per la propria terra e la dedizione alla propria gente”. È l’appello del card. Angelo De Donatis, penitenziere maggiore, nell’omelia della messa presieduta ieri sera a Lecce, in occasione della festa dei santi Oronzo, Giusto e Fortunato, patroni della città e della diocesi. “Vicinanza ai bisogni educativi dei bambini, vicinanza alle esigenze di legalità e di tutela dell’ambiente, vicinanza al mondo del lavoro e ai disoccupati, vicinanza ai malati e agli anziani, vicinanza a chi è rimasto solo”, le richieste alle autorità cittadine: “Abbiamo bisogno di amministratori che diventino ‘ministri’, non perché capaci di percorrere brillanti carriere politiche, ma per essere invece totalmente al servizio dei loro fratelli”. “La famiglia è minacciata dalle logiche dell’individualismo e talvolta dell’indifferenza”, il grido d’allarme del porporato, secondo il quale “abbiamo bisogno di testimoni coraggiosi della bellezza di formare una famiglia, di persone che nonostante tante difficoltà si sforzano di tenere unita la propria famiglia, di uomini e donne che sappiano prendersi cura gli uni degli altri, di sposi e genitori capaci di formare onesti cittadini e buoni cristiani”. “Come adulti e come cristiani siamo chiamati a farci responsabilmente carico delle sfide che i giovani pongono davanti ai nostri occhi”, l’altra consegna del cardinale: “Siamo chiamati a riconoscere e apprezzare i valori che i giovani di oggi coltivano e le risorse che essi si portano dentro. Finché, invece, continueremo a lamentarci dei nostri ragazzi perché si sentono attratti dai falsi idoli, se ci limiteremo alla lamentazione, non riusciremo mai ad adempiere al nostro compito di educatori”.