Diocesi: Bologna, da domani al 5 settembre la visita e le celebrazioni in Tanzania per 50° del gemellaggio con la Chiesa di Iringa

Da mercoledì 28 agosto a giovedì 5 settembre mons. Stefano Ottani, vicario generale per la Sinodalità della diocesi di Bologna, si recherà in Tanzania in occasione delle celebrazioni per il 50° anniversario del gemellaggio tra l’arcidiocesi di Bologna e la diocesi di Iringa. Sabato 31 agosto, alle ore 10, nella chiesa parrocchiale di Mapanda, mons. Ottani concelebrerà la messa insieme a mons. Tarcisius Ngalalekumtwa, vescovo di Iringa, e a mons. Vincent Mwagala, vescovo della nuova diocesi di Mafinga, nel cui territorio si trovano le missioni di Usokami e Mapanda. Nei mesi scorsi, nell’ambito delle celebrazioni per il 50° e in occasione dell’ordinazione episcopale di mons. Mwagala, si era recato in Tanzania anche mons. Giovanni Silvagni, vicario generale per l’Amministrazione. A Mapanda si trovano attualmente due sacerdoti diocesani, don Marco Dalla Casa e don Davide Zangarini, e la Casa delle Famiglie della Visitazione. A Usokami sono presenti la comunità delle suore Minime dell’Addolorata e la famiglia Soglia.
“A cinquant’anni dall’inizio del gemellaggio tra la diocesi di Bologna e quella di Iringa – spiega mons. Ottani – si può affermare che il rapporto è cambiato: non siamo più solo noi ad ‘andare verso’ i nostri fratelli africani per evangelizzarli, ma c’è ormai una reciprocità. Ciò corrisponde, del resto, al fatto che la missione non è più solo e tanto ‘ad gentes’, quanto soprattutto nelle nostre stesse regioni”.
“Cinquant’anni di comunione tra le nostre diocesi – afferma mons. Silvagni – hanno scritto una nuova pagina degli Atti degli Apostoli. Un dono inestimabile che ci ha fatto toccare con mano la fecondità del Vangelo e la forza dello Spirito. La presenza bolognese di preti, suore Minime dell’Addolorata, famiglia Soglia e Famiglie della Visitazione, si è inserita su quella dei primi evangelizzatori e dei primi cristiani che hanno impiantato la Chiesa sulle montagne di Iringa. Le feste per questo Giubileo, molto sentite a Mapanda, ci aiutano a ripercorrere la lunga strada in ringraziamento e invocazione che si rinnovano ancora”.

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