Cile: organizzazione satanista chiede di essere riconosciuta come entità religiosa. Le principali confessioni chiedono di negare la richiesta

Un’organizzazione satanista cilena ha presentato domanda al Ministero della Giustizia e dei Diritti umani, con l’obiettivo di essere riconosciuta come entità religiosa, ai sensi della legge 19.638, che stabilisce “norme sulla costituzione giuridica delle Chiese e delle confessioni religiose”. La legge stabilisce espressamente che, “ai fini della presente legge, per Chiese, confessioni o istituzioni religiose si intendono entità costituite da persone fisiche che professano una determinata fede” (art. 4).
In una dichiarazione pubblica, le principali confessioni religiose cilene hanno espresso il loro parere contrario. A firmare il testo sono varie autorità delle comunità cattolica (con il presidente della Conferenza episcopale cilena, mons. René Rebollado, arcivescovo di La Serena), ortodossa, anglicana, evangelica, pentecostale, ebraica e islamica.
“Il satanismo, sotto varie versioni – si legge nella presa di posizione -, è un fenomeno che non può essere considerato alla stregua di ‘Chiese, confessioni o istituzioni religiose’. Una confessione religiosa esprime sempre la ricerca nelle persone e nella società del loro legame con la divinità, in cui si esprimono i valori etici e morali più essenziali a cui aspira la nostra natura umana. La fede religiosa è un elemento intrinseco della nostra realtà antropologica e tende sempre alla ricerca del bene e della virtù, sia a livello personale che collettivo”.
Di conseguenza, l’affermazione del rispetto dei diritti essenziali e del diritto di vivere o praticare una religione – secondo le dichiarazioni riportate dai media – non è una sicurezza sufficiente per avallare la legittimità sociale di un’organizzazione satanista, perché le cose sono quelle che sono e sono sempre legate ai loro elementi essenziali. Il satanismo e le sue varie espressioni implicano, necessariamente, il culto del male e il tentativo di sostituirsi al divino. Al di là delle dichiarazioni e delle intenzioni che i suoi aderenti possono esprimere, c’è un fatto oggettivo, che contraddice i valori fondamentali su cui si basa la convivenza sociale e democratica tra gli uomini, come il bene comune, la carità sociale, l’amore reciproco, l’unità tra tutti gli esseri umani, il servizio, la gratuità, ecc, che fanno parte del fondamento del nostro modo di vivere come comunità organizzata”. Si esprime, di conseguenza, l’auspicio che la richiesta venga negata.

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