“Desidero manifestare la mia solidarietà alle migliaia di persone colpite dal vaiolo delle scimmie, che costituisce ormai un’emergenza sanitaria globale. Prego per tutte le persone contagiate, specialmente la popolazione della Repubblica Democratica del Congo così provata. Esprimo la mia vicinanza alle Chiese locali dei Paesi più colpiti da questa malattia e incoraggio i governi e le industrie private a condividere la tecnologia e i trattamenti disponibili, affinché a nessuno manchi l’adeguata assistenza medica”. Queste le parole di Papa Francesco, ieri mattina, dopo la recita dell’Angelus, affacciato alla finestra dello studio nel Palazzo apostolico vaticano per recitare l’Angelus con i circa 12mila fedeli e pellegrini riuniti in Piazza San Pietro.
Poi un pensiero “all’amato popolo del Nicaragua”: “Vi incoraggio a rinnovare la vostra speranza in Gesù. Ricordate che lo Spirito Santo guida sempre la storia verso progetti più alti. La Vergine Immacolata vi protegga nei momenti della prova e vi faccia sentire la sua tenerezza materna. La Madonna accompagni l’amato popolo del Nicaragua”.
Dal Nicaragua all’Ucraina: “Continuo a seguire con dolore i combattimenti in Ucraina e nella Federazione Russa, e pensando alle norme di legge adottate di recente in Ucraina, mi sorge un timore per la libertà di chi prega, perché chi prega veramente prega sempre per tutti. Non si commette il male perché si prega. Se qualcuno commette un male contro il suo popolo, sarà colpevole per questo, ma non può avere commesso il male perché ha pregato. E allora si lasci pregare chi vuole pregare in quella che considera la sua Chiesa. Per favore, non sia abolita direttamente o indirettamente nessuna Chiesa cristiana. Le Chiese non si toccano!”, l’appello del Pontefice.
E “continuiamo a pregare perché si ponga fine alle guerre, in Palestina, in Israele, in Myanmar e in ogni altra regione. I popoli chiedono pace! Preghiamo perché il Signore ci dia, a tutti, la pace”.
Al momento dei saluti, in particolare, ha citato i nuovi seminaristi del Collegio Nord-Americano, augurando loro “un buon cammino formativo” e anche” di vivere il loro sacerdozio con gioia, perché la vera preghiera ci dà la gioia”; i ragazzi con disabilità motorie e cognitive, che partecipano alla “staffetta dell’inclusione” per “affermare che le barriere possono essere superate”; gli amici, i ragazzi dell’Immacolata.