Papa Francesco: all’Angelus, “non è facile seguire Gesù, ma più gli stiamo vicino più sperimentiamo la bellezza di averlo come Amico”

(Foto Vatican Media/SIR)

“Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna” (Gv 6,68). Riprendendo le parole di Pietro a Gesù, nel Vangelo di ieri, Papa Francesco, affacciato alla finestra dello studio nel Palazzo apostolico vaticano per recitare l’Angelus con i circa 12mila fedeli e pellegrini riuniti in Piazza San Pietro, ha commentato: “Bella risposta! È un’espressione bellissima, che testimonia l’amicizia e la fiducia che lo legano al Cristo, assieme agli altri discepoli. ‘Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna’. Bello!”.
Pietro, ha ricordato il Pontefice, “la pronuncia in un momento critico, perché Gesù ha appena terminato un discorso in cui ha detto di essere il “pane disceso dal cielo” (cfr Gv 6,41): questo è un linguaggio difficile da capire per la gente, e molti, anche discepoli che lo seguivano, lo hanno abbandonato, perché non capivano”. I Dodici, invece, “sono rimasti, perché in Lui hanno trovato ‘parole di vita eterna’. Lo hanno sentito predicare, hanno visto i miracoli che ha compiuto e continuano a condividere con Lui i momenti pubblici e l’intimità della vita quotidiana (cfr Mc 3,7-19)”.
In realtà, “non sempre i discepoli comprendono quello che il Maestro dice e fa; a volte faticano ad accettare i paradossi del suo amore (cfr Mt 5,38-48), le esigenze estreme della sua misericordia (cfr Mt 18,21-22), la radicalità del suo modo di donarsi a tutti. Non è facile per loro, capire, ma sono fedeli. Le scelte di Gesù vanno spesso oltre la mentalità comune, oltre i canoni stessi della religione istituzionale e delle tradizioni, al punto da creare situazioni provocatorie e imbarazzanti (cfr Mt 15,12). Non è facile seguirlo”.
Eppure, “tra i tanti maestri di quel tempo, Pietro e gli altri apostoli hanno trovato solo in Lui la risposta alla sete di vita, la sete di gioia, la sete di amore che li anima; solo grazie a Lui hanno sperimentato la pienezza di vita che cercano, oltre i limiti del peccato e perfino della morte. Perciò non se ne vanno: anzi tutti, tranne uno, pur tra tante cadute e pentimenti, rimarranno con Lui fino alla fine (cfr Gv 17,12)”.
E, ha osservato il Santo Padre, “ciò riguarda anche noi: pure per noi, infatti, non è facile seguire il Signore, comprendere il suo modo di agire, fare nostri i suoi criteri e i suoi esempi. Anche per noi non è facile. Però, più gli stiamo vicini – più aderiamo al suo Vangelo, riceviamo la sua grazia nei Sacramenti, stiamo in sua compagnia nella preghiera, lo imitiamo nell’umiltà e nella carità –, più sperimentiamo la bellezza di averlo come Amico, e ci rendiamo conto che solo Lui ha ‘parole di vita eterna’”.
Di qui le domande: “Quanto è presente Gesù nella mia vita? Quanto mi lascio toccare e provocare dalle sue parole? Posso dire che sono anche per me ‘parole di vita eterna’? A te, fratello, sorella, domando: le parole di Gesù, sono per te – anche per me – parole di vita eterna?
Maria, che ha accolto Gesù, Verbo di Dio, nella sua carne, ci aiuti ad ascoltarlo e a non lasciarlo mai”.

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