Myanmar: Unicef, “7 anni dopo lo sfollamento forzato di massa dei Rohingya, continuano gli attacchi mortali contro i bambini nello Stato di Rakhine”

Sette anni dopo che centinaia di migliaia di Rohingya sono fuggiti dalle violenze e dalle persecuzioni in Myanmar, “il conflitto continua a intensificarsi nello Stato di Rakhine, sulla costa occidentale del Myanmar, con un’impennata di vittime e sfollamenti nella Township di Maungdaw e segnalazioni di un numero crescente di persone che cercano rifugio e protezione in Bangladesh”. Lo sostiene l’Unicef che ha ricevuto notizie allarmanti sul fatto che i civili, in particolare i bambini e le famiglie, sono stati presi di mira o coinvolti nel fuoco incrociato, causando morti e feriti gravi. L’accesso umanitario a Rakhine è diventato estremamente difficile. I servizi essenziali, tra cui l’accesso all’acqua potabile e all’assistenza sanitaria, sono messi a rischio, aggravati dai blackout di elettricità, telecomunicazioni e internet che si sono verificati da gennaio.
“Sette anni dopo che un’ondata di violenza mortale ha costretto migliaia di famiglie ad abbandonare le loro case in cerca di sicurezza, nuove notizie di violenza ricordano con dolore le continue minacce ai bambini in Myanmar – dichiara la direttrice generale dell’Unicef, Catherine Russell -. Nel Rakhine e in tutto il Paese, i bambini e le famiglie continuano a pagare il prezzo del conflitto, con le loro vite, i loro mezzi di sostentamento e il loro futuro. Le parti in conflitto devono rispettare i loro obblighi di protezione dei bambini”.
Il 5 agosto 2024, bombardamenti di artiglieria e attacchi di droni avrebbero ucciso circa 180 persone, tra cui un numero significativo di donne e bambini, vicino alla riva del fiume Naf, che segna il confine tra il Bangladesh sud-orientale e il Myanmar nord-occidentale, mentre cercavano di sfuggire alle ostilità. Lo stesso giorno, circa 20.000 persone sono state sfollate da tre quartieri del centro di Maungdaw. In incidenti separati, il 6 e il 19 agosto, barche che trasportavano decine di persone – tra cui donne e bambini – sono affondate nel fiume Naf, con bambini tra le vittime, l’ultimo di una serie di incidenti che coinvolgono bambini.
Dal 13 novembre 2023, l’escalation del conflitto ha provocato lo sfollamento di circa 327.000 persone nello Stato di Rakhine e nella township di Paletwa, nel Chin. Nel 2024, un numero record di 18,6 milioni di persone – quasi un terzo della popolazione del Paese -, tra cui 6 milioni di bambini, avrà bisogno di assistenza umanitaria.
“Il sostegno continuo del Bangladesh alla popolazione rifugiata, soprattutto ai bambini, è encomiabile e fondamentale – dice Russell -. Negli ultimi 12 mesi, siamo stati sempre più preoccupati per la situazione della sicurezza nei campi e per le segnalazioni di violazioni dei diritti dei bambini. Siamo pronti a sostenere il nuovo Governo provvisorio del Bangladesh per garantire che questi bambini siano protetti e abbiano accesso a servizi essenziali”.
In Myanmar, l’Unicef chiede a tutte le parti in conflitto di rispettare gli obblighi derivanti dal diritto internazionale umanitario e dal diritto internazionale dei diritti umani per proteggere i civili, in particolare i bambini, e garantire la loro sicurezza e il loro benessere. Chiede inoltre che tutti gli attori umanitari abbiano accesso sicuro e senza ostacoli alla fornitura di aiuti umanitari.

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