Diocesi: Cesena-Sarsina, stamattina i funerali di mons. Virgilio Guidi. Mons. Regattieri, “sacerdote mite e fedele, intelligente e acuto”

Stamattina in cattedrale a Cesena è stato celebrato il funerale di mons. Virgilio Guidi, in passato vicario generale della diocesi di Cesena-Sarsina. In avvio di celebrazione il vescovo Douglas Regattieri, che l’ha presieduta, ha ringraziato la casa di riposo “Opera Don Baronio” per la premura e l’assistenza riservata a don Virgilio nell’ultimo periodo ella sua vita.
Nell’omelia, come si legge sul Corriere Cesenate, mons. Regattieri ha ricordato che don Virgilio si è contraddistinto, grazie a ciò che “la Grazia ha impresso nelle sue doti umane”, per “la mitezza e la fedeltà, la bontà e la semplicità, l’intelligenza e l’acutezza del pensiero, la forza del silenzio e dello sguardo più che la verbosità delle parole, una forza incredibile, di cui tutti siamo stati testimoni”.
Il vescovo di Cesena-Sarsina ha, quindi, evidenziato: “La casula bianca che ora avvolge il corpo di don Virgilio rappresenta, con la stola, sua dignità sacerdotale. Egli l’ha indossata nelle tante celebrazioni liturgiche durante questi 57 anni di sacerdozio. Di essa, Don Virgilio, non si è mai svestito; non l’ha mai smessa. Perché era e si sentiva sacerdote sempre e l’ha sempre portata con dignità e responsabilità. Quell’abito solenne, bianco e pulito, potremmo dire era diventato un tutt’uno con lui, con il suo ministero. L’ha sempre portata non solo nei riti sacri, ma idealmente anche nelle case, lungo la strada, nei diversi momenti della vita pastorale, dai malati, coi bambini, dedicandosi soprattutto alla cura della famiglia e degli sposi per tanti anni. Nei diversi servizi curiali, come cancelliere e vicario generale, ma anche come rettore del Seminario, assistente dell’Azione cattolica, giudice al Tribunale ecclesiastico interdiocesano flaminio, anche lì – potremmo dire – indossava con dignità e con responsabilità la veste candida”. “Era candida – ha precisato il presule – per la trasparenza del suo stile, per la mitezza che lo contraddistingueva, per la semplicità e la dolcezza dei suoi sguardi, dei suoi gesti, della sua voce (io credo di non averlo mai sentito alzare la voce: mai!)”.
Mons. Regattieri ha offerto un ricordo personale: “Spesso i miei incontri con lui, come vicario generale, nei primi anni del mio servizio, erano dedicati prevalentemente ad affrontare problemi, preoccupazioni e sofferenze. E ricordo che da don Virgilio non mi venivano le soluzioni; piuttosto ricevevo informazioni utili per un discernimento il più completo possibile. Da lui non mi dovevo aspettare la soluzione preconfezionata; ma ho sempre apprezzato la sua capacità di illuminare le situazioni, di tenere presente tutti i problemi, di offrire utili informazioni che completavano il quadro di quella particolare situazione onde arrivare a una decisione condivisa”.
Infine, il presule ha voluto ringraziare “per la testimonianza che don Virgilio ci ha dato: uomo e sacerdote di fede, umile e mite, pur nello svolgimento di incarichi pastorali particolarmente onerosi e di responsabilità, generoso e fedele, amante più del silenzio che dei grandi discorsi”.

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