Il 21 agosto il patriarca greco-ortodosso Theofilos III e i rappresentanti della Custodia di Terra Santa (latini) e del Patriarcato armeno hanno effettuato un sopralluogo presso il cantiere di scavo archeologico del complesso del Santo Sepolcro a Gerusalemme. I lavori sono condotti dall’équipe interdisciplinare di archeologi e studiosi della Università di Roma La Sapienza guidata da Francesca Romana Stasolla, professoressa presso il Dipartimento di Scienze dell’Antichità dell’ateneo.
A partire dal 4 dicembre 2023 i lavori di scavo sono regolarmente ripresi ed hanno riguardato il completamento del deambulatorio, la metà orientale della zona dell’ingresso della basilica, l’area francescana detta “della Maddalena” ed attualmente interessano uno degli ambienti settentrionali, corrispondente alla porzione est dell’abside settentrionale della Rotonda. In un comunicato, Stasolla fa il punto dei lavori a partire dal restauro della pietra dell’unzione, curata da Daniela Russo della Fondazione Centro conservazione e restauro La Venaria Reale, che ha la responsabilità del restauro della pavimentazione della basilica. Le indagini archeologiche “hanno permesso di verificare la posizione medievale del manufatto, nella medesima area, a poca distanza dalla attuale posizione”. Inoltre, gli scavi hanno portato alla “individuazione di strutture romane, in particolar modo hanno documentato la presenza delle fondazioni di un muro con orientamento est-ovest che corre parallelo al muro di ingresso della attuale basilica e taglia la roccia del Calvario”. Parte di questo muro, annota l’archeologa, “era già stato individuato nel corso dei lavori di padre Virgilio Corbo (archeologo francescano, ndr), ora è stato messo in luce per una maggiore lunghezza, cosa che consente di apprezzarne meglio l’andamento e le relazioni con altre strutture. Corrisponde con ogni probabilità al limite meridionale della struttura cultuale risalente ad età adrianea che andò a obliterare la Tomba venerata; è stato tagliato e defunzionalizzato al momento della costruzione della basilica liturgica costantiniana. Di questa chiesa, nota nelle fonti come Martyrium, è stata rinvenuta la sezione sud dell’abside, così che è ora possibile ricostruirne l’andamento con certezza”. Tra i vari punti evidenziati da Stasolla nel suo comunicato, anche quelli relativi all’analisi accurata della roccia del Calvario che “ha consentito di documentare i tagli realizzati per ricavarvi parte di una scala di accesso alla cappella sovrastante, dove si venera la Crocifissione. Questa scala rimase in uso fino a tempi molto recenti, sia pure integrata da gradini lignei, poiché ricorre in diari di viaggio ancora nel XVII-XVIII secolo”. Nel corso degli scavi, tra le altre cose, “è stata individuata una porzione del muro romano che corrisponde a quello attribuito al tempio, a sud, e di cui costituisce il limite settentrionale. Si sta quindi delineando con maggiore precisione l’area occupata dalla struttura cultuale romana”. Parallelamente alle attività di scavo, conclude Stasolla, “si sta proseguendo la documentazione degli alzati della basilica e dei suoi annessi, grazie alla disponibilità delle tre Comunità religiose (greco-ortodossa, latina e armena) che detengono l’uso della basilica del Santo Sepolcro e che ne facilitano l’accesso. Viene anche proseguito il lavoro di documentazione, restauro e studio dei manufatti rinvenuti e dei resti paleobotanici e archeozoologici”.