Meeting Rimini: Dellabianca (CdO), “necessaria una relazione fra mondo educativo e produttivo che ridà contenuto e visione”

“All’interno di Cdo sono presenti sia imprese profit che Opere sociali e Opere educative. L’interazione fra questi soggetti è da sempre per noi un’occasione di ricchezza, perché questa interazione trasferisce il valore dell’organizzazione e ricorda il senso del lavoro. È un’interazione che mette anche in relazioni le grandi imprese con le piccole. Oggi è necessaria una relazione fra il mondo educativo e il mondo produttivo che ridà contenuto e visione ad alcune attività produttive, soprattutto ai ragazzi che iniziano a studiare, dando indicazioni al mondo scolastico professionale su quali sono le reali necessità del mondo aziendale e trasferisce infine alle aziende stesse l’idea che l’aspetto di crescita personale e lavorativa è un compito che nasce nella parte scolastica ma che continua all’interno delle aziende”. Lo ha evidenziato Andrea Dellabianca, presidente nazionale della Compagnia delle Opere, all’incontro “Made in Italy e filiere produttive” al Meeting di Rimini, che ha visto la presenza anche del ministro Adolfo Urso.
“C’è poi un tema di cambiamento tecnologico che deve essere osservato, visto e compreso”, ha continua Dellabianca, sottolineando che “per il sistema delle piccole imprese questa relazione con le grandi imprese diventa fondamentale perché la trasformazione tecnologica ha bisogno di competenze e conoscenze che solo attraverso un sistema relazionale positivo può giungere fino alla più piccola delle aziende”. “Le grandi imprese – ha proseguito – saranno obbligate a sviluppare tutti i temi degli Esg per avere rapporti con il sistema bancario, con il sistema internazionale e inevitabilmente questo ricadrà sulle piccole medie imprese che lavorano in filiera”. “Questo – ha spiegato – innesca una seconda relazione, quella col mondo dell’impresa sociale e su questo noi ci sentiamo chiamati in causa perché, se questo rapporto è stato per noi un fattore di ricchezza, oggi diventa anche un fattore che dobbiamo avere la capacità di descrivere, di raccontare e di mettere su un bilancio, di mettere su dei dati. Richiede una maturazione sia dalla parte delle opere sociali in grado di fornire degli indicatori utili per poter essere descritti, sia da parte delle piccole medie imprese nel descriverli nei propri contenuti comunicativi e di bilancio”. Per Dellabianca, “la relazione con le istituzioni diventa poi essenziale per trasferire queste necessità e competenze affinché le istituzioni possano, come già hanno iniziato a fare con la normativa Made in Italy, riconoscere il valore di filiere, di collaborazioni positive e di sistemi che affrontano in maniera coesa questo bisogno, che possono diventare un contenuto di proposta”.
“Oggi si parla molto dell’integrazione degli immigrati e della partecipazione dei lavoratori al capitale d’impresa”, ha osservato il presidente di CdO: “Sono due fattori che sono già realtà, l’aspetto del fabbisogno lavorativo da parte delle aziende rende necessario pensare a come inserire all’interno di un percorso formativo di inserimento sociale, di cui il lavoro è un aspetto fondamentale, anche una popolazione straniera o figlia di famiglie straniere che abita le nostre città ed è una disponibilità professionale e lavorativa interessante”. “Pensiamo che forme di accompagnamento all’inserimento sociale delle figure straniere – ha rilevato – siano una ricchezza che stiamo già affrontando in diverse forme. Per la parte di collaborazioni per le piccole imprese, l’imprenditore è già un collega dei suoi collaboratori, lavora insieme ai suoi collaboratori, e spesso i suoi collaboratori sono suggeritori di indicazioni di business e partecipano anche loro ai successi dell’azienda”.

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