Ucraina: S.B. Shevchuk su divieto Chiesa russa, “Ucraina è diventata un bersaglio, Stato obbligato a reagire ai portatori dell’ideologia del ‘mondo russo’”

“Siccome l’ambiente religioso in Ucraina è diventato un bersaglio degli attacchi da parte della Russia, lo Stato è obbligato a reagire ai portatori dell’ideologia del ‘mondo russo’, cosi come ogni Paese europeo fa nei confronti della diffusione dell’ideologia dello Stato islamico e dei suoi estremisti religiosi”. Lo ha detto Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica ucraina (Ugcc), incontrando ieri il nuovo ambasciatore d’Italia in Ucraina, Carlo Formosa, presso la sua residenza a Kyiv. Al centro del colloquio – informa una nota della Chiesa greco-cattolica ucraina – ci sono state le questioni relative alla situazione umanitaria in Ucraina nel contesto dell’aggressione russa, il ruolo della Chiesa nella società e la questione relativa alle relazioni tra Chiesa e Stato. Proprio ieri, il parlamento di Kyiv ha approvato il disegno di legge n. 8371, che sancisce il divieto di attività delle organizzazioni religiose che sul territorio dell’Ucraina hanno legami con la Russia. A questo proposito, Sua Beatitudine ha ricordato  che il Consiglio panucraino delle Chiese e delle organizzazioni religiose non ha partecipato alla stesura del testo del disegno di legge, ma ha annunciato quattro principi, sui quali tale disegno dovrebbe basarsi: collaborazione e partnership tra Stato e Chiese; assenza della Chiesa statale e uguaglianza di tutte le organizzazioni religiose; non interferenza dello Stato nelle questioni ecclesiastiche e diritto e dovere dello Stato di garantire la sicurezza nazionale, reagendo alla possibile strumentalizzazione delle organizzazioni religiose da parte degli Stati-aggressori. “Tali principi – ha detto l’arcivescovo – si applicano a tutte le Chiese e organizzazioni religiose, che operano sul territorio dell’Ucraina”. Pertanto, “la legge in vigore non riguarda il divieto di una Chiesa, ma la sua libertà da parte del paese aggressore”. Ed ha aggiunto che “la libertà religiosa e la pace sono condizioni fondamentali per il futuro dell’Ucraina”, evidenziando che “nei territori occupati non c’è la libertà religiosa e non vi è presenza di alcun sacerdote cattolico”.

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