Domani, 22 agosto, si celebra la Giornata internazionale di commemorazione delle vittime di violenza per motivi di religione o di credo, istituita dalle Nazioni Unite nel 2019. Si vuole ricordare le tante persone che nel mondo subiscono violenza a causa della loro religione o del loro credo. Per il presidente della Commissione ecclesiastica mondiale della Conferenza episcopale tedesca, mons. Bertram Meier (Augusta), la preoccupazione di questa giornata della memoria è ancora attuale: “Purtroppo, invece di un calo, notiamo un aumento costante della violenza contro le persone a causa della loro fede o appartenenza religiosa. Dobbiamo osservare come l’intolleranza e la discriminazione religiosa portino ripetutamente ad attacchi contro coloro che la pensano diversamente. Non penso solo ai fratelli e alle sorelle cristiani che nel mondo soffrono a causa dell’esclusione e della persecuzione, ma anche a tutte le persone colpite dalla violenza di matrice religiosa”. Meier sottolinea che “come cristiani non possiamo rimanere indifferenti alla sofferenza delle vittime. Perché questi attacchi sono sempre un attacco alla dignità delle persone, che è la base dei diritti umani e che, per noi, si basa sull’immagine di tutte le persone come Dio”. I diritti umani – sostiene – includono anche la libertà di religione. “Proteggerli è un compito collettivo”, sottolinea il vescovo, “perché in primo luogo è responsabilità di ogni Stato garantire la libertà religiosa dei propri cittadini”.
“Tutti gli Stati hanno la responsabilità di contrastare le violazioni dei diritti umani e quindi anche della libertà religiosa. Laddove ciò non accade o lo Stato stesso attacca questi diritti, la discriminazione e, in ultima analisi, la violenza, in particolare contro le minoranze religiose, non sono lontane”. In secondo luogo per Meier le religioni hanno un’ulteriore responsabilità: “Le comunità religiose e quindi noi come Chiesa abbiamo il dovere di opporci risolutamente alla strumentalizzazione della nostra fede e alla discriminazione contro quelle di altre fedi. Pertanto non posso che sottolineare ancora una volta quanto sia importante il dialogo tra le religioni per la convivenza pacifica. Quando cominciamo a capirci e a rispettarci a vicenda, possiamo rimuovere il terreno fertile per l’odio e la violenza”.